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Inter, non sei più un anatroccolo: grazie a Pioli ora tutto ha di nuovo un senso

Daniele Vitiello

La vittoria contro il Bologna permette ai nerazzurri di continuare a nutrire speranze di rimonta in vista degli scontri diretti con Roma e Napoli

Ci sono momenti in cui rimboccarsi le maniche è l'unica cosa che conta. Perché, se tutto va a rotoli, conviene isolarsi dal contesto e concentrarsi sul proprio lavoro, a patto che ci sia fiducia in quello che si fa. E' un po' la sintesi di quanto accaduto all'Inter ad inizio novembre, quando nello spogliatoio senatori e nuove leve si sono guardati negli occhi e hanno deciso di voltare pagina dall'istante in cui Stefano Pioli è entrato, ha chiuso la porta ed ha iniziato ad illustrare il programma della prima seduta d'allenamento. Sguardi e sensazioni che sono alla base della metamorfosi di una squadra ormai lontana anni luce dall'anatroccolo che era, e che con pazienza e dedizione lavora assiduamente per diventare un cigno. Ciò non soltanto in base alla continuità di risultati e prestazioni che i nerazzurri hanno messo in fila fino a questo momento (48 punti in 25 giornate non si collezionavano dall'annata del Triplete), ma anche per la capacità di soffrire e di portare a casa partite rognose, quando non tutto gira come dovrebbe e il tempo sembra scorrere più veloce del solito.

L'Inter oggi è tornata a casa con le spalle un po' più larghe e il petto un po' più gonfio. Merito della maturità acquisita negli ultimi mesi, generatrice di pazienza e perseveranza, armi indispensabili quando i fantasmi del recente angoscioso passato fanno a pugni contro la porta dell'armadio per un attimo di libertà, ma anche dell'organizzazione che fa della Beneamata finalmente un club all'altezza delle squadre che la precedono, come dimostrato dai punti raccolti anche senza Icardi, Perisic, Kondogbia e Brozovic. Ora tutto ha un senso. Non solo guardando alla partita di domenica prossima contro la Roma, alla quale i nerazzurri arrivano galvanizzati dall'ottimo cammino, Juventus a parte (e solo per il risultato), ma anche perché, sebbene la rincorsa al terzo posto sia ancora questione delicata, la consapevolezza della bontà del percorso finora svolto e dei mezzi a disposizione per proseguire una cavalcata comunque degna di nota, rappresenta una spinta non indifferente.