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Inter, Paolillo: “Dirigenti stanno facendo magie. Derby? Milan più debole del previsto”

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Le parole dell'ex ad nerazzurro a TMW: "Direi che l'Inter ha una squadra decisamente competitiva per lo scudetto"
Marco Astori Redattore 

Intervenuto ai microfoni di TMW, Ernesto Paolillo, ex ad dell'Inter, è tornato così sul derby stravinto dai nerazzurri: "Un divario così ampio, onestamente, non me l'aspettavo. Mi aspettavo un Milan migliore e un minor divario, soprattutto a centrocampo. Mi è sembrato più debole del previsto, e molto più lento del previsto. Meglio così".

E l'Inter di conseguenza le è sembrata migliore di quello che si aspettava?

"Assolutamente sì, soprattutto Thuram, che mi ha sorpreso per i progressi veloci che sta facendo. E devo dire che la forza dell'Inter sono i cambi: sono bravi quanto i giocatori che escono, in questo modo quando entrano c'è il vantaggio di avere dei giocatori altrettanto forti, mentre gli avversari sono più stanchi".


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L'Inter è così tanto più forte del Milan?

"Pioli l'ho sempre ritenuto bravo, però onestamente lo scudetto che ha vinto è nato dall'errore di Inzaghi nel derby in poi, con molte colpe dell'Inter e del suo allenatore. Pioli ha fatto bene l'anno scorso con la squadra dell'anno scorso, quest'anno mi sembra che non si sia creato il feeling giusto. O magari i giocatori arrivati sul mercato non sono così forti come si pensava".

A fine mercato ha dato voto 10 al mercato nerazzurro e 7 alla rosa. Alziamo il voto alla rosa?

"Beh, innanzitutto successivamente a quelle mie dichiarazioni è arrivato un uomo in più per la difesa, Pavard. Questo già bastava ad alzare il voto. In più, questo Thuram sta dimostrando di crescere molto velocemente e di avere un'intesa incredibile con i compagni e con Lautaro in particolare. Quindi direi che l'Inter ha una squadra decisamente competitiva per lo scudetto".

Quanto è importante avere una dirigenza di alto livello, come Marotta, Ausilio e Baccin, specie in questo momento storico?

"Stanno operando magicamente, me lo lasci dire. Non hanno a disposizione capitali, li creano dalla vendita di alcune pedine molto brave: penso a Onana o ad altri, che hanno permesso di fare questi acquisti. Loro sono bravissimi: vendere non è facile, riescono a farlo bene e poi a spendere bene quei soldi".

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L'Inter è vicecampione d'Europa. Con che ambizioni e quante responsabilità si deve avvicinare alla nuova Champions?

"Anzitutto con più determinazione: questi giocatori sanno di aver compiuto un'impresa e che è possibile farlo. In secondo luogo, con un desiderio di rivincita: quella di Istanbul è una finale che probabilmente poteva andare diversamente. E poteva anche essere giocata meglio: non parlo di singoli giocatori, ma di approccio generale. Da quel rammarico può nascere una grande volontà di fare meglio, di fare molto di più: il girone non è difficilissimo. Sono tutte squadre con cui si può giocare alla pari, molto dipenderà dagli avversari e dai soggetti futuri".

Quanto è importante per la società superare come primo step il girone?

"Fondamentale, visto che l'unica forma di introito che arriva è quella delle plusvalenze che la dirigenza riesce a fare, e dall'altra parte dagli incassi in più e dai premi dei vari passaggi di coppe. Altre possibilità purtroppo non ce ne sono, non ci sono aumenti di capitali possibili".

Chiudiamo sul tema stadio. La dirigenza sta portando avanti il progetto. Giusto che proceda per vie parallele rispetto alle questioni societarie o andrebbe fatta chiarezza sulla proprietà a lungo termine, vista la scadenza del finanziamento Oaktree ormai imminente?

"La chiarezza va fatta. Però c'è da dire questo: un progetto di investimento real estate, per quanto riguarda lo stadio, prescinde e deve prescindere dalla proprietà della società. Le due questioni possono essere separate: il finanziatore dello stadio può essere un soggetto diverso dalla proprietà, attuale o futura".

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