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Inter, la parola d’ordine è compravendita: “Ma sorgono due interrogativi”

Marco Astori

In questi anni quasi sempre l’Inter ha dimostrato di sapersi muovere benissimo sul filo della compravendita. Gli intoppi non mancano

Beppe Marotta è stato più volte chiaro in merito: è il player trading la pratica su cui l'Inter, in questo momento storico, deve fare affidamento. E questo porta sì dei vantaggi ma anche dei contro, come scrive La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna: "In questi anni quasi sempre l’Inter ha dimostrato di sapersi muovere benissimo sul filo della compravendita. Gli intoppi non mancano, si diceva: se per Bremer si è costretti ad attendere l’uscita di Skriniar, poi si corre il rischio che arrivi la Juventus di turno a organizzare una beffa. E pazienza se sul giocatore l’Inter lavorava ormai da sei mesi.

Ora l’imperativo è tenere Skriniar, magari rimandando ad altra data (maggio/giugno 2023?) la cessione necessaria ai fini del bilancio. La mossa fin qui ha pagato, almeno in campo nazionale, come testimoniano i tre trofei vinti nelle ultime due stagioni e anche l’allestimento della squadra (non ancora terminato) per il prossimo campionato. L’interrogativo è semmai sul medio termine, se il confronto è con altri club più liberi in termini di investimenti.

E, altra domanda, se l’Inter, dopo essere tornata ai vertici italiani grazie a Suning, sarà in grado di reggere il confronto stabilmente anche in campo internazionale, una volta tornata ad affacciarsi all’inizio di una fase a eliminazione diretta della Champions League lo scorso inverno. È un gioco sottile, dal coefficiente di difficoltà molto elevato per la proprietà, i dirigenti e tutte le componenti del club. Zhang è convinto che l’Inter riuscirà a percorrere questa strada, pur avendo dovuto cambiare indirizzo nel corso della sua gestione. Al solito, la risposta la si otterrà solo dal campo. L’altra risposta invece, quella sulla proprietà, Zhang l’ha già data", si legge.