Nella partita di ieri Luciano Spalletti ha dimostrato ancora una volta, semmai ce ne fosse stato di nuovo bisogno, di saper leggere come pochi altri le partite in corsa e di saperle cambiare a favore della propria squadra, riuscendo a mettere la propria mano nel risultato finale in maniera decisiva. Spostando Borja Valero da trequartista a mezzala, infatti, l'allenatore dell'Inter ha permesso ai suoi di contrastare meglio l'inizio azione dell'Atalanta, dando vita a un pressing più organico e organizzato che poi ha consentito alla squadra di segnare i due gol decisivi. Scrive La Gazzetta dello Sport:
primo piano
Inter, per piegare l’Atalanta decisiva l’intuizione in corsa di Spalletti: Borja Valero…
L'allenatore nerazzurro ha dimostrato ancora una volta la sua sagacia tattica
"Sul finire del primo tempo, vedendo che i suoi centrocampisti faticavano (e non poco) ad arginare il rapido fraseggio dell’Atalanta, Luciano Spalletti ha fatto la mossa dello scacchista: ha preso una pedina e l’ha spostata indietro, creando in questo modo una decisiva superiorità lì in mezzo. Nello specifico il tecnico dell’Inter ha arretrato Borja Valero da trequartista a mezzala pura. Così lo spagnolo si è aggiunto a Vecino e a Gagliardini, e ha mandato in tilt la coppia Cristante-De Roon, fino a quel momento decisamente superiore nel recupero, nel pressing e nella tessitura della manovra (...) La chiave del successo nerazzurro, comunque, al di là delle prodezze del centravanti argentino, staacentrocampo e, in particolare, in quella mossa studiata da Spalletti poco prima dell’intervallo. Borja Valero, da trequartista, subisce la marcatura di uno dei centrali difensivi dell’Atalanta. Da centrocampista, invece, costringe la ragnatela di Gasperini a sfilacciarsi e, soprattutto, lascia la retroguardia nemica senza un punto diriferimento. Spalletti, in questo modo, dimostra che, per attaccare e per vincere, non è sempre necessario spostare in avanti le pedine: si può anche fare un passo indietro con l’obiettivo di avere più elementi nella zona più calda del campo".
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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