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Mesi di minuzioso lavoro, sorrisi soddisfatti e ottimi risultati spazzati via in pochi giorni dall'inconsistenza di un gruppo che alla prima difficoltà ha smarrito certezze e personalità. Un ritorno al passato, come se l'avvicendamento in panchina non avesse portato nulla di positivo fino a questo momento. La faccia di Stefano Pioli al triplice fischio di Guida allo Scida la dice lunghissima sull'uragano che potrebbe aver disintegrato questo pomeriggio le sue speranze di rimanere sulla panchina nerazzurra la prossima stagione. Game over. Checché ne dicano i dirigenti e lo stesso mister, il destino dell'allenatore sembra già segnato, a prescindere dal derby e dal piazzamento finale, salvo miracoli e imprevisti nelle trattative che proseguono spedite con i suoi possibili successori. Tutta colpa sua? Assolutamente no, ma tant'è. Le ultime partite, in particolar modo il secondo tempo con la Sampdoria e il primo con il Crotone, hanno evidenziato l'impotenza del tecnico nel tenere uniti i cocci in questo finale di campionato, ennesima dimostrazione del fatto che la sola forza delle idee non basta in un ambiente complesso come quello interista, in cui serve una dose sconfinata di carattere che Pioli non ha ancora dimostrato di avere.
I nerazzurri, logorati dall'incredibile ruolino di Napoli e Roma, hanno mollato la presa e rischiano di rendere ancora più amaro il percorso iniziato a fine agosto. L'altra faccia della medaglia racconta però il paradosso di uno spogliatoio composto da professionisti, molti dei quali con spalle larghe e ingaggi top, incapaci di onorare a dovere una gara di campionato, mancando di rispetto alla tifoseria che dati alla mano continua a garantire il maggior supporto in Italia. Risulta davvero difficile capire come sia possibile scendere in campo con cotanta sufficienza e arroganza. Atteggiamento imperdonabile, soprattutto per gente che arriva dall'ennesimo fallimento sportivo, che denota per qualcuno la voglia di scaricare Pioli come fatto con de Boer qualche mese fa. La posizione in merito della società, rappresentata da Ausilio nel post partita, è stata piuttosto chiara. Guai a tirare troppo la corda, perché l'emiliano potrebbe non essere l'unico a fare le valigie a fine stagione: la pazienza di Suning ha un limite.
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