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L'ultimo ostacolo da superare per l'Inter prima di mettere le mani sulla quarta Champions League della sua storia è un'autentica montagna: il Manchester City di Pep Guardiola. Il pronostico, naturalmente, è tutto dalla parte dei Citizens, capaci di schiantare Bayern Monaco e Real Madrid. Una squadra stellare, considerata da molti come la più forte al mondo. Eppure, a volte, partire sfavoriti può aiutare. Così scrive La Gazzetta dello Sport: "Gli interisti pessimisti si flagellano e si immaginano a Istanbul come agnelli sacrificali sull'altare del guardiolismo. Gli ottimisti pensano che provarci non costi nulla e hanno ragione. L'Inter può permettersi due risultati su due, vittoria e sconfitta: se perderà con dignità, nessuno le imputerà nulla. Critiche e frecce voleranno in caso di apocalisse, di batosta epocale per tanti gol a zero".
"Il carico psicologico grava sul Manchester City. L'Inter, come ha scritto un giornale inglese, è la finalista più sfavorita della storia della Champions. [...] Guardiola sa che da qui al 10 giugno dovrà difendere se stesso e la sua squadra dalla sicumera dei suoi tifosi, dei suoi adoratori, forse di alcuni dirigenti del proprio club. Una finale troppo scontata si ritorce contro i vincitori annunciati. I precedenti abbondano. Per esempio, Amburgo-Juve 1-0, finale di Coppa Campioni del 1983, e Milan-Barcellona 4-0, finale di Champions del 1994, tutte e due ad Atene, città a un'ora di volo da Istanbul, e la partita del '94 Guardiola la ricorda bene perché la giocò. Giorni interi a prevedere una facile vittoria del Barça di Johan Cruijff, maestro del calcio totale e posizionale, precettore di Pep, e invece no, stravinse il Milan dell'italianista Fabio Capello. L'Inter ha poche chance, ma con poco si può fare molto".
"Giocare di squadra, quante volte lo abbiamo detto, come se fosse semplice e scontato. È difficilissimo e il City ne è la dimostrazione. L'Inter, per sopravvivere, dovrà fare altrettanto, muoversi di squadra, con particolare attenzione alla palla per cui tutto il City lavora, il filtrante a pescare un giocatore solo in area. Il primo e il quarto gol contro il Real sono arrivati così, De Bruyne per Silva e Foden per Alvarez. Movimenti e tagli sincronici per creare e riempire spazi vuoti. Se l'Inter disinnescherà questa palla, sarà a buon punto e potrà dedicarsi al punto b, la disattivazione di Haaland...".
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