Inizia con il 2-2 di Verona l’era di Oaktree alla guida dell’Inter: Marotta e Antonello figure centrali. Rinnovo Lautaro intricato
Inizia con il 2-2 di Verona l’era di Oaktree alla guida dell’Inter. L’edizione odierna di Tuttosport riparte dal campo, per poi passare alle parole di Beppe Marotta e alle difficoltà al momento presenti per il rinnovo di capitan Lautaro Martinez. Ecco quanto evidenziato dal quotidiano dopo il pari di ieri:
“L’alba dell’era Oaktree è stata bagnata con un pareggio là dove Suning partì con una sconfitta (2-0, il 21 agosto 2016, avversario però il Chievo). Stesso palcoscenico, lo stadio Marcantonio Bentegodi, diverso l’avversario (stavolta era l’Hellas) e soprattutto il contesto, considerato che il match di ieri sera era una passerella di fine stagione. Nonostante questo l’Inter, nel finale, ha ugualmente provato a regalare un successo ai nuovi proprietari che non è arrivato un po’ per sfortuna (il 20° legno stagionale su conclusione di Frattesi deviata), un po’ per le grandi parate di Perilli e un po’ per il gol annullato ad Alexis Sanchez al minuto 92’ per fuorigioco di mezza figura. La gara ha chiuso una settimana storica per l’Inter.
Dove riparte Oaktree
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A mettere il bollo pontificio su quanto accaduto ha provveduto Beppe Marotta, chiamato da Oaktree a essere il garante della continuità: «Dopo esserci confrontati con i vertici di Oaktree siamo molto tranquilli e voglio dispensare a tutti questa nostra tranquillità perché il fondo ha idee molto chiare, non vuole fare un’operazione da toccata e fuga, vuole programmare, dare continuità e sostenibilità all’Inter rispettandone la gloriosa storia - le parole dell’amministratore delegato - Loro hanno già confermato la fiducia al management e questa è una garanzia non da poco. Quindi credo che si possa continuare, non dico a sognare, ma ad ambire a risultati sempre importanti».
Scelta, quella di mettersi nelle mani di Marotta e del ceo Corporate Alessandro Antonello, che dimostra il realismo della nuova proprietà. Gli uomini di Oaktree sono neofiti nel campo, mai hanno gestito una società calcistica tanto importante, e giustamente hanno deciso - durante l’apprendistato - di mettersi nelle mani di chi in questi anni ha condotto la vita del club in autogestione (Zhang da luglio era assente a latitudini milanesi), rispettando i rigidi paletti imposti dai cinesi.