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Il pari col Genoa non è un campanello d’allarme - a Marassi hanno vinto solo la Fiorentina a inizio stagione e il Milan con il gol contestatissimo di Pulisic sul gong - ma il dominio della squadra di Gilardino sui palloni alti in area di rigore ha mostrato l’usura fisica di un’Inter che fin qui non aveva mai subìto un gol da palla inattiva. Che la spia fosse in riserva, si era intuito già nel secondo tempo con il Lecce: lì a rendere dolce la discesa aveva pensato Arnautovic con quella genialata di tacco, stavolta nella ripresa - fatta eccezione per il colpo di testa di Acerbi ben parato da Martinez - l’Inter non è mai riuscita a dare seriamente la sensazione di poter vincere la partita.
I rientri di Dimarco e Lautaro
—Come non mai sono mancati Lautaro Martinez - capitano, leader e capocannoniere - e Federico Dimarco, l’unico tra gli esterni in grado di tirare fuori dal cilindro la giocata del campione. Non è dato a sapersi se con loro a Genova sarebbe finita in modo diverso, certamente l’Inter avrebbe prodotto qualcosa in più dalle parti di Martinez. I due con il Verona torneranno a disposizione ripartendo dalla panchina perché nessuno a latitudini nerazzurre vuole forzare la situazione. Il calendario nella prima parte dell’anno invita alla prudenza anche perché - a differenza del passato - non ci sarà mai la possibilità di rifiatare e, se una squadra è stanca, non è certo il massimo allenarsi giocando.
In tal senso, Inzaghi e il suo staff hanno segnato sul calendario due mini-cicli che potrebbero essere decisivi in stagione: quello dal 28 gennaio al 10 febbraio (Fiorentina e Roma in trasferta, inframmezzate dallo scontro diretto con la Juve a San Siro) e la settimana 10-17 marzo con i viaggi a Bologna e Madrid più il Napoli a San Siro a chiudere il trittico”, si legge.
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