Ti aspetti di vedere, finalmente, il titic-titoc dell'Inter, e dopo due mesi senza vittorie è un desiderio legittimo, e invece ti ritrovi ad applaudire il Crotone di Walter Zenga: coraggioso ai limiti della spavalderia, ben disposto in campo, e con tante energie da spendere. Anche in questi scherzi della logica sta il bello del calcio: i nerazzurri, a livello individuale, sono superiori ai calabresi, ma alzi la mano chi se n'è accorto ieri sera a San Siro. C'era una squadra, l'Inter, che aveva poche idee, e quelle poche erano pure confuse; e c'era una squadra, il Crotone appunto, che si apriva e si chiudeva come una fisarmonica, sempre compatta e reattiva, sempre pronta a pungere e a creare pericoli. La differenza, prima ancora di ricercarla nella scarsa vena offensiva degli uomini di Spalletti, va individuata nell'imbarazzante prestazione dei centrocampisti. Se il regista (Borja Valero) non costruisce la manovra; se le mezzali (Vecino e Brozovic) non s’inseriscono e non dialogano con gli attaccanti dove si vuole andare? Il trio del Crotone, formato da Barberis, Mandragora e Benali, domina e impone la propria legge. Che significa dettare tempi e modi di gioco. Non una volta i centrocampisti nerazzurri riescono a superare gli avversari e a creare la superiorità numerica; non una volta una delle due mezzali riesce a piazzarsi tra le linee nemiche per creare scompiglio. Quelli del Crotone, invece, stantuffano, tocchettano, ripiegano, vanno e vengono che è un piacere vederli. L'organizzazione di squadra si nota analizzando i dati della partita: il Crotone è sempre molto corto (30,8 metri) e molto stretto (47,3 metri). Così i ragazzi di Zenga non concedono spazi di inserimento al nemico e lo costringono spesso al passaggio arretrato (quanti ne hanno fatti i nerazzurri!). Anche in questa circostanza si evidenzia la mancanza di idee, e forse la poca tranquillità, dell'Inter. Il giocatore di Spalletti che tocca più volte il pallone è Skriniar, cioè uno stopper: qui sta la spiegazione di un atteggiamento poco propositivo da parte dei nerazzurri. Possibile che il regista, le mezzali o le ali non riescano a fare un movimento di smarcamento per ricevere il passaggio? Tanto per capire le difficoltà dell'Inter un altro dato: Perisic, che dovrebbe essere il valore aggiunto in attacco, tenta soltanto una volta il dribbling (e per giunta lo sbaglia). Il croato subisce per tutta la partita la strapotenza di Faraoni (che è bravo, ma non è Djalma Santos) e non si accende mai. Al contrario gli attaccati di Zenga lottano come leoni e, spesso, vengono imbeccati con i tempi giusti. Mandragora, lì in mezzo, è abilissimo ad accorciare la squadra e a dettare il pressing: su 12 duelli effettuati, 8 li ha vinti. Inoltre ha recuperato la bellezza di 7 palloni. E Barberis, oltre a segnare il gol del pareggio, si è fatto ammirare per la precisione: 20 passaggi e solo 2 sbagliati. E' in questa capacità di difendere e di attaccare dei centrocampisti di Zenga che sta la forza del Crotone. I calabresi, a San Siro, hanno dimostrato una volta di più (se mai ce n'era bisogno) che il gioco e il coraggio alla lunga pagano. Per l'Inter, invece, sembra che l'inverno non finisca mai.
FC Inter 1908
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Inter senza idee, prestazione imbarazzante del centrocampo: il Crotone domina a San Siro
Nuova prova deludente dei nerazzurri, a secco di vittorie da due mesi
(La Gazzetta dello Sport)
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