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Alla fine non è andata per un soffio, i rigori hanno reso vana una rimonta davvero pazzesca. Troppo pesante la zavorra di quel 3-0 dell’andata, troppo per qualsiasi squadra (italiana). Ma dopo due mesi - scrive la Gazzetta dello Sport - nell’Inter si è rivisto il sacro fuoco.
A San Siro diluviava, ma quel fuoco ha continuato ad ardere. Dopo il KO dei primi 90 minuti, lo stadio era più juventino che nerazzurro, come emerso soprattutto durante i calci di rigore. Di sicuro erano interisti quella cinquantina di tifosi che ha accolto i pullman delle due squadre prima della partita. Alle 19.18, fischi e insulti per il torpedone degli ospiti. Due minuti dopo, identico trattamento per i padroni di casa.
Eppure, non appena è cominciato il match, la Curva - che non avrebbe contestato ma era improntata a una sana indifferenza - si è fatta trascinare dal furore ritrovato della banda Mancini. "In 90 minuti - racconta la Gazzetta - Medel e compagni in campo hanno ringhiato sugli avversari, fatto tackle e parlato tra loro più di quanto non gli fosse riuscito da Natale in poi. Piccoli gesti, ma fondamentali. Come quelli dei panchinari, che a fine primo tempo aspettano i compagni prima del tunnel per battere un cinque di incoraggiamento e poi vivono i rigori abbracciati stretti stretti. Ma anche come quello della dirigenza, schierata al gran completo in tribuna a vedere la grande reazione dopo le dure parole torinesi di Ausilio e Zanetti. Ci sono anche Massimo Moratti e Giovanni Gardini, all’esordio come direttore generale, anche se i vertici anglofoni lo definiscono «chief football administrator». Perché quando sei finalmente squadra, la testa trascina le gambe, vai oltre la classe di Barzagli e Pogba gettati nella mischia per fermare l’onda nerazzurra - e torni anche a meritarti un po’ di fortuna. Fino alla traversa di Palacio, che però non spegne l’entusiasmo del presidente Thohir: «È questa la mia Inter, questa è la squadra in cui ho sempre creduto: capace di combattere, che ha mostrato gran carattere e orgoglio nel vestire la maglia nerazzurra. Bravi ragazzi, questa è la strada giusta, continuiamo così, sono orgoglioso di voi».
(Gazzetta dello Sport)
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