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L’Inter saluta il Milan con una manita. Thuram e Mkhitaryan sugli scudi, Inzaghi trionfatore

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Prestazione sontuosa dell'Inter che distrugge il Milan con 5 gol e si prende in solitaria la testa della classifica a punteggio pieno

L'Inter spazza via il Milan nel derby con un sonoro 5-1. La squadra di Inzaghi rimane, così, in vetta a punteggio pieno e dà un'altra grandissima prova di forza. Dominato il Milan, con una prestazione corale e con gli acuti di Mkhitaryan e Thuram.

"L’Inter fa la manita al Milan, saluta e se ne va: prima da sola. Cinque gol fatti e quinto derby consecutivo vinto, Milano è ancora nerazzurra. Due gol nel primo tempo, appena 12 minuti nel secondo in cui il risultato è parso tornare in discussione dopo il 2-1 di Leao e poi altre tre reti per chiudere in gloria. Ma già calato il poker, con il Milan alle corde, era partito il coro irridente “Pioli is on fire”. A fine gara sotto la pioggia battente Inzaghi era fradicio di gioia. Esce dal derby da trionfatore: tifosi e club gli chiedono di vincere lo scudetto, la stampa gli ricorda ogni giorno che è sua la rosa più forte. Ogni partita pare una trappola, ma ormai c’è abituato e nello score di questo triennio può inserire anche 6 vittorie in 10 derby (due sconfitte)", analizza La Gazzetta dello Sport.


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"Sugli scudi ci finiscono un sontuoso Mkhitaryan (due gol e un assist, dominatore del centrocampo) e Thuram che ha propiziato la prima rete e segnato un gol che ha mandato in soffitta il rimpianto per il voltafaccia di Lukaku. Benissimo anche gli esterni: Dumfries, attaccante aggiunto per tenere basso Theo, e Dimarco (bravo anche Carlos Augusto). Barella è cresciuto col passare dei minuti, brandendo la clava e lasciando a Mkhitaryan il fioretto. Frattesi ha chiuso la settimana perfetta con il primo gol nel derby: è un peccato rinunciare a lui all’inizio, ma è anche difficile trovargli posto senza cambiare modulo. Magari in futuro si potrà provare anche un rombo a centrocampo.

Per ora ci sarà alternanza: gli impegni non mancano. Squadra che vince non si cambia. Per Inzaghi poi è un must. Ma finchè vince così, qualsiasi appunto diventa chiacchiera. Compatta, potente, letale negli spazi: le certezze dell’Inter c’erano anche prima del derby, ora sono granitiche. E pensare che Lautaro non ha neanche segnato, divertendosi ad avviare l’azione del secondo gol, fare l’assist per il terzo e a procurarsi il rigore del quarto. Il campionato cambia in fretta i giudizi, ora si passerà dalla sfida Inter-Milan a quella Inter-Juve", aggiunge il quotidiano.

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