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Da punto di forza a punto debole il passo è breve. Lo ha capito l'Inter che prima della partita con l'Atalanta aveva la migliore difesa della Serie A. Le quattro sberle rifilate dalla squadra di Gasperini suonano come un campanello d'allarme per Luciano Spalletti. "La misura della disfatta è essenzialmente in questo numero qui: i 16 tiri concessi all’Atalanta solo nel primo tempo sono quelli che l’Inter ha subito in tutta la partita dal Barcellona al Camp Nou, in una sera in cui Luciano Spalletti s’era lagnato non poco dell’atteggiamento dei suoi giocatori. Ecco: la linea difensiva di ieri era composta dagli stessi quattro uomini di quella notte di Champions. E se lo Spalletti di Bergamo non è andato oltre nei toni delle dichiarazioni – «quando perdi così devi stare zitto» – da mercoledì, giorno della ripresa, c’è da giurare che entrerà a piedi uniti perché l’Inter è mancata proprio dove pensava di esser diventata forte. La miglior difesa del campionato – almeno fino al cappuccino di ieri mattina – non subiva così tanto in un primo dal febbraio 2013, altro 4-1 ma con la Fiorentina, la partita del famoso coro «il pallone è quello giallo».
"Skriniar e Miranda non l’hanno mai vista, D’Ambrosio ha fatto disperare il tecnico in tutte e due le fasi, Asamoah sembrava capitato lì per caso, dentro la sua peggior prestazione con la maglia dell’Inter. Non è bastato Handanovic. E torna alla memoria quel dato pre partita rispetto agli expected goal, in cui l’Inter spiccava per le poche reti prese in rapporto alle molte occasioni concesse agli avversarsi. Ma se la linea difensiva barcolla, se il centrocampo più che fare filtro fa acqua, se i due esterni d’attacco non aiutano una volta che sia una gli esterni difensivi, vuol dire che la disfatta è totale e chiama in causa un problema mentale. L’Inter è una squadra che, se vuole star dietro ad ambizioni maggiori rispetto alla scorsa stagione, ha bisogno di essere sempre in tensione. Se il livello cala, le figuracce in stile Bergamo sono dietro l’angolo".
(Gazzetta dello Sport)
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