La casa si costruisce dalle fondamenta. E' questo il modo di dire più utilizzato quando nasce un ciclo, quando qualcosa di nuovo comincia. Ed è questo il mantra adoperato dall'Inter di Luciano Spalletti, che ha fatto della difesa il suo punto cardine, proprio come fece la Juventus qualche anno fa. Perché nel campionato italiano, si sa, non vince il miglior attacco, ma la miglior difesa. E il tecnico di Certaldo ha voluto insistere proprio su questo aspetto, con i suoi collaboratori Martusciello e Pane, che hanno curato il reparto arretrato, uno dei punti deboli della scorsa stagione, con addirittura 49 reti subite: ad oggi, invece, Skriniar e compagni sono il punto forte dell'Inter e la terza difesa del campionato con 21 gol incassati e ben 13 clean sheet.
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Inter, Spalletti ricostruisce una vera difesa. E ora lavora al ‘suo’ classico 3+1
Nelle ultime partite il tecnico ha potuto sperimentare il suo classico schema difensivo
Ed è proprio il difensore slovacco ad essere l'emblema della rinascita difensiva dell'Inter. Arrivato in estate dalla Sampdoria per fare il terzo dietro ad una coppia affidabile composta da Miranda e un eventuale acquisto top, Skriniar ha subito conquistato il posto da titolare inamovibile, rendendo l'acquisto di un difensore importante non indispensabile. Sicuro, veloce e con una grande visione di gioco, proprio quel difensore che serve a Spalletti: perché si sa, le squadre del tecnico nerazzurro devono partire da dietro, concetto applicato ad inizio stagione, inspiegabilmente abbandonato in inverno e ripreso dalla sfida contro il Napoli. Spalletti ha poi, oltre alla coppia centrale, trovato un equilibrio con i terzini, spesso avvicendati ad inizio stagione: la coppia fissa era composta da D'Ambrosio e Nagatomo, con Dalbert e Santon spesso subentranti e con Cancelo utilizzato più come esterno alto.
Ma il portoghese, piano piano, ha dimostrato che non si può prescindere dalla sua gamba e dalla sua tecnica: i tifosi nerazzurri lo hanno ormai etichettato come il miglior terzino del dopo-Maicon e fremono per il suo riscatto. E proprio l'ex Valencia è il punto focale per l'avvenire tecnico e tattico della banda Spalletti. L'allenatore ha infatti ottenuto grandi successi alla Roma lo scorso anno cambiando radicalmente modulo e assetto di gioco: la difesa da quattro è passata a tre, mentre il centrocampo è andato rinfoltirsi con due esterni veloci in grado di arrivare sul fondo. Ed è quello che si è intravisto nelle ultime uscite: D'Ambrosio poco propositivo davanti, ma molto più accorto, mentre il numero 7 nerazzurro collocato spesso nella metà campo avversaria, pronto ad affondare e prendersi lo spazio. Ed è proprio questo cambiamento che potrebbe svoltare l'Inter nel finale di stagione: perché i nerazzurri hanno dimostrato di fare fatica quando le difese avversarie sono schierate, ma un assetto più offensivo potrebbe essere la chiave vincente. E il 3+1 di Spalletti potrebbe prendere dunque piede, rivoluzionando ancora una difesa completamente ribaltata rispetto al passato.
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