Sorprendentemente cinica e autoritaria, al punto da disorientare gli appassionati da divano e frequentatori dei bar social. Diciamoci la verità, in molti temevano che la trasferta di Roma potesse rappresentare per l’Inter la più clamorosa delle bucce di banana sulla quale scivolare - non solo per il terreno umido dell’Olimpico - ed inevitabilmente perdere energie e certezze. Invece no, l’Inter spazza via la delusione per la sconfitta del Camp Nou, trascinata dal capitano che, ormai è acclarato, ha raccontato all’ambiente nerazzurro la bugia più grande sul suo conto: fare gol è solo parte di un repertorio vastissimo di un attaccante ormai tra i primi della classe dei bomber a livello mondiale, in grado sempre più di sacrificarsi per i compagni e di andare a ringhiare sul tentativo di manovra avversaria, come avvenuto in occasione del primo gol di ieri sera. Icardi ha tutto per essere il migliore del pianeta nel suo ruolo, soltanto la continuità di rendimento segnerà il solco tra lui e gli altri, ma ora non può più tirarsi indietro: smascherato dal suo estro, l'argentino sarà costretto a mettere in mostra tutta la sua mercanzia.
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Inter, Spalletti smaschera Icardi: svelata la più grande bugia raccontata dal capitano
L'argentino non sa "solo" fare gol: ha tutto per diventare il migliore nel suo ruolo
Ma la notte della Capitale racconta molto altro di un'Inter che ha acquisito un piglio totalmente differente al passato e che ora sta in piedi da sola, sorretta da una base che dà equilibrio alle ambizioni di tifosi e società. Il secondo posto raggiunto gonfia il petto, ma espone ad altre responsabilità, che tuttavia la Beneamata accoglie a braccia aperte. Gran parte del merito va riconosciuto a Luciano Spalletti, ancora una volta, abile maestro d'orchestra, perché l'Inter ha un timbro tutto suo, chiara identità che prende il posto dell'improvvisazione e man mano alza l'asticella di chi sogna, ma con i piedi per terra e occhi decisamente aperti. L'albero di Natale, rispolverato e tirato a lucido per l'occasione, si è dimostrato il sistema di gioco migliore per il ritorno in campo del figliol prodigo Joao Mario, ancora in parte preda dei castelli di sabbia che negli ultimi mesi hanno gli hanno complicato la vita, ma comunque desideroso di far bene e pronto ad accogliere la chance concessagli dal mister. In un contesto ben organizzato, al fianco di un Brozovic sempre più leader e metronomo, anche il portoghese potrà tornare utile alla causa, soprattutto in situazioni di emergenza. In attesa di trovare la giusta collocazione a chi, come Lautaro Martinez, scalpita e non vede l'ora di mettere il suo mattoncino nel mosaico nerazzurro.
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