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Il grande protagonista della vittoria per 3-0 dell’Inter in Coppa Italia col Milan è sicuramente Lautaro Martinez. Due gol e una prestazione da incorniciare per l’argentino, scelto dal 1’ in coppia con Correa da Simone Inzaghi. Proprio delle scelte dell’allenatore e non solo ha parlato La Gazzetta dello Sport oggi, nell’analisi sulla semifinale di ritorno di ieri.
“Con due giorni d’anticipo sullo zodiaco, derby sotto il segno del Toro. Una doppietta di Lautaro Martinez nel primo tempo mette in ginocchio il Diavolo, trafitto anche dal primo gol nerazzurro di Gosens. In finale di Coppa Italia, con pieno merito, ci va l’Inter di Simone Inzaghi che può mettere in agenda l’ipotesi del Tripletino: Supercoppa italiana (già in bacheca), Coppa Italia (finale l’11 contro Juve o Fiorentina) e scudetto (Inter padrona del suo destino). Non male per la sua prima stagione meneghina.
[…] Il risultato forse è largo rispetto al film della partita, ma non ci piove che abbia vinto la squadra più forte, più attrezzata in ogni parte del campo, che ha costruito con più qualità in mezzo e ha spinto su entrambe le fasce. Il Milan, ancora una volta, è sembrato troppo dipendente dalla catena Theo-Leao e ha faticato ad armare l’isolato Giroud, come ha fatto invece l’Inter con Lautaro. Da Saelemaekers a Messias è cambiato poco. Qualcosina ci ha messo Diaz. Troppi sotto tono. Perfino Tonali, stavolta. Gol e rifinitura restano problemi aperti. Pioli può prendersela con la nebbiosa interpretazione del fuorigioco passivo/attivo, ma il gol annullato a Bennacer non ha intaccato la verità del match”, si legge sul quotidiano.
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