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La strada è ancora lunga, ma Suning ha permesso all'Inter di imboccare la via che rappresenta un vero e proprio obbligo per tutte le grandi squadre europee. Per ora il club nerazzurro viaggia con una doppia locomotiva, diviso com'è tra l'autofinanziamento (da raggiungere in pianta stabile) e l'apporto finanziario dell'azionista, ancora forte. Ma la strada è tracciata. Scrive la Gazzetta dello Sport:
"Nell’era del fair play Uefa l’autofinanziamento è un must. Tutte le grandi squadre d’Europa vi aderiscono. L’Inter, emersa dalle retrovie della transizione Moratti-Thohir, dal 2016 viaggia con due locomotive: da un lato gli apporti dell’azionista, dall’altro la crescita del proprio giro d’affari. Nelle prime due stagioni Suning ha pompato nelle casse nerazzurre ben 474 milioni: 142 come aumento di capitale iniziale, altri 105 convertiti in conto capitale e 227 di prestiti (dei 231 totali 4 sono stati rimborsati dall’Inter), di cui 119 nel corso del 2017-18. È tutto quanto equity, cioè soldi freschi che assicurano la continuità aziendale dell’Inter, anche se i 227 milioni di cui sopra risultano come finanziamento fruttifero (pagati finora 11 milioni di interessi). Un equivoco che si risolverà probabilmente una volta che verrà liquidato il 31,05% di Thohir. Ecco perché non preoccupa l’indebitamento del club: 487 milioni, al netto dei crediti, al 30 giugno 2018, ma quasi la metà sono nei confronti di Suning (pronta a convertirli in qualsiasi momento se dovessero richiederlo i parametri Figc-Uefa) e 292 sono relativi al bond con scadenza nel 2022 al tasso del 4,875%".
"Non a caso la gestione si sta riequilibrando: nel 2017- 18 perdita di 18 milioni (-25 nel 2016-17, -60 nel 2015-16, -140 nel 2014-15). Nonostante la stretta del governo di Pechino sugli investimenti esteri nello sport, Suning ha continuato a sostenere i nerazzurri e lo farà anche in futuro, come ha promesso Steven Zhang. Con un’avvertenza: l’Inter, al pari dei top club, dovrà crescere a livello commerciale e infrastrutturale, indipendentemente dal sostegno finanziario dell’azionista. È la seconda locomotiva della gestione cinese".
(Fonte: la Gazzetta dello Sport)
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