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Da mesi ormai l'Inter convive con uno sponsor di maglia che non ha rispettati gli accordi iniziali. Finora il club aveva deciso di non intervenire, ma da domani le cose cambieranno. A spingere la dirigenza al cambiamento è la grande vetrina di cui godrà l'Inter in queste partite da qui alla fine della stagione.
"Una maglia da collezione, linda e in purezza nerazzurra, come piace ai nostalgici. L’Inter contro la Lazio dovrebbe mostrarsi così, definitivamente priva del main sponsor (insolvente) DigitalBits. Una pietra rara anche perché dalla gara dopo dovrebbe tornare una scritta sul petto, anche se potrebbe essere un “marchio” della casa. Si pensa di inserire per le ultime prestigiose gare la dicitura “Inter Campus”, progetto sociale del club dal 1997. L’idea sarà valutata a fondo, ma intanto finisce l’era DigitalBits nella stessa giornata in cui ha scoperto l’inadempienza pure la Roma, altro club che aveva firmato con la società titolare della criptovaluta XDB. Una volta appurato che il loro partner principale ha le tasche vuote, i giallorossi hanno deciso di oscurarlo subito: stasera col Milan sulle maglie c’è la scritta SPQR, il legame con la città prima di tutto", spiega La Gazzetta dello Sport.
"La piattaforma di digital banking, di proprietà di Zytara e fondata dal misterioso imprenditore italo-americano Al Burgio, non ha così versato la prima rata alla Roma. Scadeva a fine marzo ed era figlia di un diverso contratto rispetto a quello dell’Inter. Prevedeva questa prima somma da 500mila euro e il saldo da 9.5 milioni a fine stagione. I manager giallorossi hanno congelato subito la partnership anche perché erano preparati a questo inevitabile momento. La prima rata 2022-23 andava pagata all’Inter a luglio scorso e il club aveva dovuto dare subito comunicazione dell’ammanco perché quel contratto rientra nelle garanzie a copertura del bond", sottolinea Gazzetta.
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