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CdS – Inzaghi, niente esonero anche se perde col Porto. C’è una variabile da considerare

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Il Corriere dello Sport rimanda i giudizi sul futuro di Simone Inzaghi a fine stagione: il tecnico ha 3 mesi per guadagnarsi la conferma

Matteo Pifferi

"Una premessa è d’obbligo: Inzaghi non rischia l’esonero se martedì, con il Porto, dovesse andare male". Apre così l'articolo del Corriere dello Sport in merito al futuro di Simone Inzaghi. Il destino del tecnico piacentino passa per Oporto ma il suo percorso all'Inter sarà discusso a fine stagione: "Del resto, con meno di 3 mesi prima della fine della stagione, che svolta potrebbe dare un nuovo allenatore? È chiaro, però, che ora l’Inter arrivi all’appuntamento europeo con la tensione ai livelli di guardia, al pari di una pressione che non ci sarebbe stata con un’altra classifica", spiega il quotidiano.

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Nodo contratto

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Inzaghi ha tre mesi per guadagnarsi la riconferma ma come riporta Il Corriere dello Sport, il contratto in scadenza a giugno 2024 potrebbe essere una variabile decisiva:

"Sempre a proposito del destino di Inzaghi, esiste comunque una variabile che non si può trascurare. Vale a dire un contratto in scadenza soltanto nel 2024 per oltre 5 milioni netti. Cambiare, quindi, vorrebbe dire pagare una buonuscita, come accaduto con Conte, oppure accantonare a bilancio 11-12 milioni lordi (ci sarebbe anche lo staff), esperienza già vissuta con Spalletti. Nulla che non si possa sistemare, anche per un club alle prese con difficoltà finanziare come l’Inter. Ma sarebbe poi sostenibile, ad esempio, il ritorno di Conte, già al centro di alcune voci, che però si è lasciato male con parte della società?", chiosa il giornale.

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