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"Per sapere che cosa prova dopo un campionato marziano bisogna attendere che certe emozioni sedimentino. Ieri Inzaghi nel dopo gara ha lasciato i microfoni al vice Farris ma per dare merito al suo staff. I riflettori però sono finiti comunque su di lui. Che già durante la gara è stato protagonista di un episodio da anti eroe. Quando la Curva ha intonato il coro “Salta con noi, Simone Inzaghi”, lui ha ringraziato ma fatto segno con la mano che non era cosa. Poi, anche su pressione dei capipopolo Dimarco e Arnautovic, si è invece lasciato andare a tre balzelli quasi furtivi per la gioia del Meazza".
"A fine partita, mentre in tribuna stampa si commuove anche Roberto Scarpini, che pure in 32 anni di telecronache nerazzurri ne ha viste di tutti i colori, Simone festeggia sobriamente con i suoi ragazzi cui lascia come al solito la scena. Ma prima Pavard lo cerca per rovesciargli in testa una bottiglietta d’acqua e lui non ha più lo scatto di una volta per smarcarsi in tempo. Così come quando lo scatenato Arnautovic lo blocca e invoca l’aiuto dei compagni per portarlo in trionfo, lui alla fine si rassegna a farsi lanciare in aria nel giubilo generale. L’argine è rotto, Inzaghi anche sul pullman che a passo d’uomo fende la marea in festa si lascia andare definitamente. Indossata come tutti la maglietta celebrativa, sta seduto a cavalcioni della ringhiera, saluta la folla e canta a squarciagola. Dumfries è tarantolato e indossa una maschera con la faccia dell’allenatore. Simone lo abbraccia, ride a crepapelle e poi si traveste... da se stesso. Un Inzaghi scatenato anche nel riprendere col cellulare il bagno di folla che circonda i due pullman nerazzurri e nel cantare i vari cori. Poi l’apoteosi in Duomo, con un popolo ai suoi piedi", racconta Gazzetta.
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