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È l’Inter che voleva Inzaghi. Squadra cambiata nelle fondamenta, ma l’ok è arrivato dal tecnico

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Undici cambi tra i nerazzurri che hanno perso pezzi importanti, ma il tecnico è contento dei rinforzi e del lavoro finora svolta

L'Inter ha iniziato la stagione nel migliore dei modi: due vittorie contro Monza e Cagliari e 0 gol subiti. La squadra sembra girare al meglio e ora Inzaghi potrà contare anche su Pavard, giocatore di qualità e di caratura internazionale.

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"L’Inzaghi Ter è iniziato senza apparente traccia dei difetti dell’Inzaghi Bis. Contro due squadre di provincia, in casa e in trasferta, la sua Inter ha governato con calma olimpica e adesso sta lassù con sei punti rotondissimi. Ha vinto con il soft power e sudato il giusto. In generale, ha dato l’impressione di poter arrivare al traguardo con un filo di gas e un Toro davanti a caricare. Al di là del Lautaro-centrismo dell’attacco, questo andazzo contro squadre più deboli non era scontato, almeno pensando al passato prossimo. Nel 2022-23 all’incanto europeo, poi rotto nella notte di Istanbul, si è sovrapposta la dura realtà italiana, già dalla prima di stagione. Serviva uno scatto nel carattere e nella mentalità per rimettere nel mirino la seconda stella e così è stato finora: due giornate non fanno primavera, ma aiutano nell’autostima, anche se servirebbe comunque concretizzare di più. Quel 15% di percentuale realizzativa dovrebbe salire presto", analizza La Gazzetta dello Sport.


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"La casa di Simone è cambiata nelle fondamenta. Ha dato l’ok lui stesso al nuovo indirizzo societario mentre si preparava questa nuova stagione. Serviva ringiovanire e tagliare spazio salariale, partendo dalla cessione di Onana e arrivando allo sbarco entusiasta di “Benji l’interista” (Pavard). In mezzo qualche beffa, ma ciò che conta è che la rosa è a misura di Inzaghi e a misura di seconda stella. Così l’ha voluta Inzaghi per puntare con rinnovata energia allo scudetto numero 20, enorme rimpianto di questi due anni. Gli 11 cambi in rosa lascerebbero pensare a una rivoluzione drastica, ma ad addolcirla ci pensa proprio il tecnico con le sue antiche certezze. Il 3-5-2 è un monumento inciso nella pietra, i fedelissimi dell’allenatore ne conoscono ogni dettaglio e questo aiuta a governare il cambiamento. In più, rispetto al passato, in panchina c’è arte varia, opzioni sparse per non perdere ritmo o cambiarlo del tutto a gara in corso. Le fasce offrono nuove alternative con Carlos Augusto, che può competere col neo-centenario nerazzurro Dimarco, e dall’altro lato Cuadrado, a cui gli ultrà iniziano a fare cori dopo lo scetticismo preventivo", spiega Gazzetta.

 

 

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