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—Anche l’Inter è stata rivoltata come un calzino e Inzaghi, da buon aziendalista, ha dovuto dire sì, chinando la testa e lavorando ad Appiano per disegnare una squadra che fosse comunque all’altezza di quella precedente. Sia Inzaghi sia Pioli sono dovuti ripartire quasi da zero. Entrambi hanno perso punti di riferimento importanti nello spogliatoio: il nerazzurro tutti i senatori, da Handanovic a Brozovic, passando per Skriniar, D’Ambrosio e Dzeko, oltre al carismatico Onana e al traditore Lukaku. Come detto, Inzaghi non ha battuto ciglio. Certo, avrebbe voluto mantenere tutti i big, i 13-14 titolari, e cambiare tutti gli altri, invece ha perso il portiere, punto di forza in Europa, mentre il centravanti su cui voleva costruire la corsa scudetto gli ha dato il 2 di picche. Nessun problema, l'Inter è ripartita con il solito 3-5-2, le certezze di un tempo e i nuovi si sono calati nelle richieste di Inzaghi.
Anche Pioli ha perso figure fondamentali che lo aiutavano nella gestione della squadra a Milanello: Maldini - al di là dei rapporti, Paolo rappresentava il Milan a 360 gradi -, Ibrahimovic e Tonali. Rispetto a Inzaghi, l'allenatore rossonero ha deciso di cambiare, il vecchio 4-2-3-1 la scorsa annata aveva scricchiolato e serviva una novità per svoltare. Ecco così il frizzante 4-3-3, giocatori più europei da lui richiesti e un Milan che sembra viaggiare ad altri ritmi rispetto al recente passato. Se questo basterà per colmare il gap evidenziato nei precedenti quattro derby del 2023 contro l'Inter, lo si scoprirà il 16 settembre”, si legge.
(Fonte: Tuttosport)
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