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Getty Images
Finale di Champions League per l'Inter. Finale ampiamente meritata e conquistata dopo due vittorie con il Milan. Rossoneri battuti 2-0 all'andata e 1-0 al ritorno. Ieri è stato Lautaro a piazzare il gol che ha deciso la seconda semifinale. Bisognerà attendere il 10 giugno per godersi l'ultimo atto della Champions.
"a Istanbul c’è già l’Inter! Gli altri, per quanto grandi siano, Real Madrid e Manchester City, arriveranno solo oggi. A 13 anni dal trionfo di Mourinho, i nerazzurri tornano a giocarsi il trono d’Europa. Allora era stata una doppietta di un centravanti argentino, Diego Milito, a spalancare la gloria nella finale del Bernabeu; ora è stato un altro bomber argentino, Lautaro Martinez, a timbrare la certezza della finale di Istanbul, il prossimo 10 giugno. Il 25° gol stagionale del Toro scatenato ha deciso la semifinale di ritorno e permesso all’Inter di restituire, dopo 20 anni, la dolorosa ferita di un derby europeo perso. Per l’Inter si è trattato del quarto derby vinto di fila, in tutte le manifestazioni, senza subire un solo gol. Risultato complessivo: 7-0. Una superiorità schiacciante che le due semifinali hanno certificato", sottolinea La Gazzetta dello Sport.
"Per una volta il derby, tradizionalmente matto come un cavallo, ha ragionato con la lucida logica di un commercialista: ha vinto il più forte. Anche nel primo tempo, quando il Milan ha provato a fare la partita, i nerazzurri hanno sempre dato la sensazione di gestire con personalità e freddezza. Come quei pugili che tengono a distanza un avversario inferiore allungando il braccio senza bisogno di colpire. E al momento buono, nella ripresa, hanno tirato il k.o. Bravi tutti, ma, ovviamente, Simone Inzaghi un po’ di più, passato dal rogo all’altare a tempo di record. Come accade spesso nel nostro calcio isterico. Bisogna essere bravi bravi per tenere viva e fare crescere nel gioco e nella personalità una squadra caduta 11 volte in campionato. Incrociare Ancelotti o Guardiola è il giusto premio".
"Ora il percorso inverso, dall’altare al rogo, toccherà a Stefano Pioli. Ma non lo merita. Ieri ha disegnato bene la partita e messo nelle condizioni il Milan di riaprire la storia, ma Diaz e Leao hanno sbagliato i gol della speranza. Maignan ha attraversato il campo per urlare al portoghese di darsi una svegliata. Non è stato l’eroe atteso. Di nuovo latitante Hernandez. Dopo un discreto primo tempo, sono emersi i limiti del Diavolo, tra i quali, la rosa. Mentre Inzaghi inseriva Lukaku e Brozo e operava cinque cambi, Pioli ne faceva solo tre e al massimo poteva concedersi Origi. Per un Milan del genere, inadeguato a queste altezze, è un orgoglio avere raggiunto la semifinale, non una vergogna averla persa. Pioli merita fiducia e futuro", chiude Gazzetta.
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