Conquistato lo scudetto, Simone Inzaghi prolungherà il suo contratto con l'Inter: ne parla il Corriere dello Sport
Simone Inzaghi è pronto a rinnovare con l’Inter fino al 2027. Conquistato lo scudetto, l’allenatore prolungherà il suo accordo coi nerazzurri. Oggi il Corriere dello Sport si focalizza proprio sul lavoro del tecnico: “Da un serial winner a un altro. La differenza è che il primo, Conte, è arrivato con quella etichetta, che addirittura esibiva forte della sua carriera. All’Inter, però, è rimasto due anni, ha riportato lo scudetto dopo undici, ma lì si è fermato, anzi se n’è andato. Il secondo, Inzaghi, invece, quella patente se l’è conquistata proprio in nerazzurro, mettendo insieme addirittura sei trofei in soli tre anni. Certo lo scudetto è stato l'ultimo, nonché il coronamento. Ma sarebbe arrivato senza le tre Supercoppe e le due Coppe Italia? La verità è che vincere aiuta a vincere. E Inzaghi, da questo punto di vista, anche da calciatore, si è abituato bene. Da tecnico, però, il suo score è straordinario. Aggiungendo le altre 2 Supercoppe e la Coppa Italia conquistate con la Lazio, fanno 9 titoli in carriera in soli 9 da tecnico di una squadra professionistica. Difficile trovare in giro una media del genere. Trascurando, peraltro, i successi con le giovanili biancocelesti.
Già a proposito di Lazio, sembrava la sua “oasi”, la sua piazza ideale, addirittura l’unica possibile. Eppure, come ha raccontato lui stesso, quando si è fatta avanti l’Inter non si è tirato indietro. Ha voluto fare il salto, giocarsela in un club ancora più importante, per di più raccogliendo un’eredità pesante come quella di Conte e con la prospettiva di perdere giocatori fondamentali: prima Hakimi e poi Lukaku. Vero, in 3 anni ci sono state anche delusioni. Come lo scudetto alla prima stagione, lasciato per strada quando sembrava già vinto. E anche il campionato successivo, condotto come se l’Inter corresse sulle montagne russe. D’altra parte, però, solo con Inzaghi in panchina è diventata un’abitudine superare la prima fase di Champions, mentre Conte, nell’anno dello scudetto era addirittura finito quarto nel girone. Senza dimenticare poi quella clamorosa finale di Istanbul, che, seppure persa, è stata la chiave di volta per questa straordinaria annata.