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James Tian: “I cinesi del Milan? Nessuno sa chi siano, non è gente di primo livello”

Daniele Mari

Immediato il parallelo con Suning, proprietaria dell'Inter: "In Cina i club si comprano in due modi, non si usa l'azionariato diffuso"

La Gazzetta dello Sport ha spedito un suo inviato in Cina per cercare informazioni sul nuovo consorzio che sta acquistando il Milan. Tra le soceità interpellate anche la Cicc (China International Capital Corporation Limited), tra le principali banche d’investimento del Paese. Secondo James Tian, che coordina le acquisizioni di società estere, l’operazione Milan è strana, scrive la Rosea: «Gli investitori non sono noti, non sono player di primo livello della finanza e non lavorano nell’industria sportiva. Per i cinesi è più coerente che i club di calcio vengano acquistati da società o imprenditori già avviati».

Scatta subito il parallelo con Suning, realtà che in Cina e non solo tutti conoscono:  «I cinesi che acquistano club esteri di calcio – spiega ancora Tian – lo fanno in due modi: una singola azienda o un singolo imprenditore decidono di compiere da soli l’investimento, oppure si riuniscono in un consorzio formato da due, tre, massimo quattro grossi investitori. L’azionariato diffuso non è una strada battuta da queste parti».