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Si presenta sorridente come sempre, dietro di lui le repliche delle tante coppe conquistate con la maglia nerazzurra e alla domanda di Pieluigi Pardo su cosa fossero, l'ex portierone nerazzurro Julio Cesar risponde: "Sono una cosa molto importante per me e per tutti gli interisti".
A 11Undici, programma in onda su Italia2, si parla delle ultime vicende arbitrali quelle che riguardano Catania-Juventus. Julio Cesar non si scompone e da Londra dice: "Non sono sorpreso da tutte queste polemiche, ma anche in Inghilterra questo week end sono successe cose strane. Moviola in campo? Ci vuole si. All'Inter ho vissuto situazioni a favore e situazioni contro. Oggi gli arbitri hanno troppa responsabilità quando incontrano la Juve, anche per quello che è successo in passato. Questo succede anche con le altre grandi squadre, e quando sbagliano avvene tutto questo caos".
Dalla moviola si passa al cibo. J.Cesar dimostra di essere un amante della cucina, soprattutto italiana: "A Londra abbiamo tanti ristoranti italiani, mi manca il vostro cibo...".
Si parte con il consueto 'Senso della Vita'. A Julio vengono mostrate delle foto che per lui rappresentano molto: il Flamengo, gli amici lasciati all'Inter, gli ex tecnici e così via.
"Il Flamengo è la squadra del mio cuore, è nato tutto lì. Avevo 12 anni quando iniziai a giocare e mi hanno dato la possibilità di diventare quello che sono adesso. Sognavo di diventare così, un professionista e un calciatore importante. Il Flamengo è la squadra del mio cuore...".
TOLDO - "Quando sono arrivato all'Inter aveva un nome molto rispettato. Il primo anno non è stato un rapporto facile, ma dopo mi ha rispettato alla grande e dopo siamo diventati grandi amici. Ho imparato tanto da lui, anche a non innervosirmi nei momenti in cui qualcosa non andava bene".
22 MAGGIO - "Tu vuoi farmi piagere" replica commosso Julio. "Sto iniziando adesso a limare questa situazione, quando vedo queste immagini mi viene da piangere. Nella mia vita professionale è stato il momento più importante...".
J.MOURINHO - "E' una persona molto intelligente che fa diventare forte un giocatore normale. E' una persona che vive di calcio, non sa perdere, trasmette la sua voglia di vincere. Questa è stata una cosa molto importante perchè è stato il segreto di quell'Inter che ha vinto tutto. Il primo anno con lui è stato veramente molto bello, il seconco invece un po' più difficile perchè avevo troppa pressione da parte sua, ma alla fine ho gestito bene questa situazione. Abbiamo avuto un bel colloquio e sono riuscito a finire bene la stagione".
ADRIANO -"Oggi è un amico lontano. Ho perso un po' i contatti con lui. Ai tempi del Flamengo, a 17 anni, venne a fare un allenamento con la prima squadra: tirò da centrocampo, prese il palo e la palla tornò nuovamente a centrocampo. Il tecnico lo vide e lo fece giocare con noi subito. Mi auguro possa tornare presto a giocare con il Flamengo, è un ragazzo d'oro, con un cuore enorme. Ama la famiglia, il lavoro che fa e il messaggio che posso dargli è che spero possa tornare subito a fare quello che sa fare...".
BRASILE-OLANDA - "Mi ha fatto tanto male perdere quella partita. E' stato il momento più triste della mia carriera perchè per i brasiliani il Mondiale è una cosa importantissima. Io da ragazzino sognavo di giocarlo, ho avuto l'opportunità, sono arrivato fiducioso a quella sfida ma poi è successo quello che è successo. Nella vita nulla però succede per caso, lì sono maturato molto sia come calciatore che come uomo. Goal di Sneijder di testa? Non ho pensato a questo, la sera prima ci sentimmo al telefono e e ci scambiammo l'in bocca al lupo...".
ARGENTINI -"Io con loro all'Inter ho avuto un buonissimo rapporto. Milito è come un fratello anche perchè abitavamo nello stesso palazzo. La rivalità è nata in sudamerica prima con Pelè e Maradona, e poi con i tifosi. All'Inter non ho mai avuto problemi con nessuno, anzi devo solo ringraziare il mondo del calcio che mi ha fatto giocare con Zanetti, con Cambiasso, Samuel, Milito. Ho dei bellissimi ricordi. Quando l'Inter decise di vendermi, loro mi mandarono un messaggio d'affetto. Questa è stata una dimostrazione di amicizia..."
BEDY MORATTI - Qui l'ex portiere nerazzurro si commuove nuovamente. "E' la nostra tifosa numero uno. Quando la penso mi viene subito in mente il pullman che arriva a San Siro e lei che aspetta. E' una molto scaramantica, è la nostra tifosa numero uno. Le mando un bacione...".
SALUTO A SAN SIRO -"Io sono una persona molto emotiva. Non lo so perchè. E' stata una serata bella dove ho potuto ringraziare tutti i tifosi per tutti i sette anni che abbiamo vissuto insieme. Gli interisti sono nel mio cuore perchè mi hanno dato sempre una grossa mano anche nei momenti difficili. Sono stati sempre vicino a me, e questa sarà una cosa indimenticabile. Ne approfitto per ringraziare il presidente Moratti che mi ha dato l'opportunità di salutarli. Se sono rimasto male della scelta della società? Si, lo dico chiaramente. Non mi nascondo. Sono rimasto male veramente per come si sono comportati con me. Alla fine però ho avuto un colloquio con il presidente e abbiamo risolto la nostra situazione..."
Si termina con il momento 'fotografico' e si ritorna a parlare di calcio giocato. Tocca nuovamente alla Juve, che Julio Cesar etichetta come la sua 'bestia nera' : "Odio la Juve in senso sportivo. Dico questo perchè è la squadra che mi ha fatto soffrire più di tutte. Ho vinto solo due volte contro di loro. Ogni volta che ci ho giocato ho quasi sempre perso...".
Una persona fondamentale nela carriera dell 'ex numero 1 nerazzurro, è stato sicuramente Roberto Mancini, tecnico che lo ha voluto fortemente a Milano: "Posso considerarlo come un mio secondo padre - dichiara Julio Cesar -. E' stato lui a volermi, ha parlato con la società, con Branca, per avermi. Chiese anche parere ad Adriano e quando arrivai mi fece subito giocare nel preliminare di Champions League".
Da Mancini a Benitez, tecnico che però all'Inter non ha lasciato ricordi stupendi. Il brasiliano lo giustifica dimostrado anche molta sincerità: "Non era facile far bene dopo Mourinho. Aveva troppa responsabilità, lui è un tecnico importante che di calcio ne capisce come pochi, ma all'Inter è arrivato nel momento sbagliato. Lui non ha tutte le colpe. Siamo stati noi giocatori ad averne maggiormente, le responsabilità maggiori sono nostre. Siamo noi che scendiamo in campo...".
Non solo allenatori, si parla anche di ex compagni di squadra. Ibra è uno di loro, e Julio lo descrive così: "In Italia non posso vedere alcuni attaccanti come Lucarelli, Totti e Ibra. Con quest'ultimo ho avuto l'opportunità di giocare sia in squadra che contro. Da avversario mi prendeva in giro, soprattutto nell'ultimo derby dello scorso anno quando mi disse che era troppo facile far goal a me. Per fortuna ho avuto a che fare poco con lui in campo, io me ne stavo tranquillo in porta. Lui ha una forte personalità, è un compagno un po' particolare. Anche in allenamento se non hai tanta personalità per giocarci insieme ti mangia. E' un grandissimo attaccante, molto forte tecnicamente che può aiutare una squadra a vincere tante volte...".
La lotta al vertice in campionato torna argomento principale. A Julio Cesar viene chiesto dove può arrivare l'Inter in questa stagione: "Io ci credo. Sono già due anni che l'Inter non vince e penso che è arrivato il momento. Io sono il primo tifoso anche da Londra. Non seguo le partite ma chiedo sempre come sta andando l'Inter. Stanno facendo grandi cose, e penso che possa giocarsela con la Juve fino alla fine. Stramaccioni? Abbiamo avuto un rapporto veloce, però è un tecnico in gamba, umile, intelligentissimo. Ha ancora tanto da imparare come tutti, però ha saputo approfittare alla grande dell'opportunità che gli ha dato il presidente Moratti. Lui sa che lo stimo tanto, sono un suo tifoso e spero che possa vincere tanto nella sua carriera perchè per me è un Mourinho più giovane. Ha grinta, ha voglia di vincere e tante cose buone...".
Da grandissimo tifoso nerazzurro e da portiere, Julio non risparmia neanche colui che lo ha sostituito, Samir Handanovic: "Lui in questa squdra potrà crescere a livello internazionale. Se riuscirà a confermarsi diventerà uno dei portieri più forti del mondo,e spero possa vincere quello che ho vinto io". Curiosità sul 'Giaguaro' Castellini: "Fu lui che venne in Brasile a vedermi. Durante un allenamento nel Flamengo si nascose dietro un albero per guardarmi, ma io in quell'occasione feci una ca..ta perchè un attaccante mi prese la palla..."
Prima di chiudere il collegamento con lo studio, Pardo e Paolo Liguori chiedono all'estremo difensore brasiliano se la Roma lo avesse cercato per portarlo alla corte di Zeman. "Cercarono di prendermi questa estate - rivela Julione -. Ci furono dei contatti ma io avevo già deciso per il QPR. Alla fine non se ne fece nulla...".
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