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JJ: “Sempre gli stessi a fischiare WM, crollo ha una data. Il mio progetto è…”

Daniele Vitiello

Juan Jesus ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano “La Repubblica”, nella quale ha toccato diversi temi riguardanti l’Inter, dall’esonero di Walter Mazzarri, con relative motivazioni, fino al suo futuro in maglia...

Juan Jesus ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano "La Repubblica", nella quale ha toccato diversi temi riguardanti l'Inter, dall'esonero di Walter Mazzarri, con relative motivazioni, fino al suo futuro in maglia nerazzurra. Ecco le sue parole: 

Disorientato per aver cambiato il terzo allenatore in tre anni?

"Ma no, è il calcio. In Europa siete più pazienti di noi brasiliani: all'Inter di Porto Alegre ho avuto tre allenatori in due anni, altri cambiano tre allenatori in un anno. Si fa prima a cambiare un allenatore che tutta la squadra, no?"

Sei dispiaciuto per Mazzarri?

"Moltissimo, anche perché mi faceva sempre giocare...La colpa non è stata tutta sua, ma anche di noi giocatori e del club. E' crollato tutto con la sconfitta con il Cagliari, ma quel giorno il mister non c'entrava: in campo ci fu un atteggiamento sbagliato. Conoscevamo Ibarbo, ma l'abbiamo fatto diventare Cristiano Ronaldo...non abbiamo fatto bene il nostro lavoro".

Mazzarri è finito nel tritacarne dei tifosi...

"Anche troppo. Si era creato un clima assurdo. In alcune partite, come quella contro il St Etienne, sembrava stessimo in trasferta. E il bello è che da dentro il campo, a San Siro, ti accorgi di tutto, e per noi giocatori era chiaro come i fischi a Mazzarri partissero ogni volta dallo stesso punto: il primo anello rosso, insomma proprio dietro le panchine, la tribuna centrale. Loro iniziavano e poi la cosa si propagava al resto dello stadio. La curva ha sempre sostenuto l'allenatore, già un anno fa ci dissero che erano dalla nostra parte. Mancini verrà rispettato da tutti"

E' vero che con Mancini lei rischia di giocare terzino sinistro?

"Anche in porta, se vuole. Gli allenatori qui all'Inter hanno sempre creduto in me, spero che sia così anche con Mancini, che è un grande tecnico: il suo curriculum parla per lui"

Non hai mai perso un derby...

"Faccio gli scongiuri. E' la partita che ci voleva per noi: non decide la stagione, ma se vinciamo li sorpassiamo e ci rilanciamo. Crediamo nel terzo posto. E Palacio, dopo un inizio di stagione difficile, potrebbe riprendere a segnare, magari di tacco, come un anno fa... Se segno prometto di non farmi un nuovo tatuaggio, perché non ne ho. Faccio un regalo di Natale a 200 bambini poveri italiani"

In cosa deve migliorare?

"Il piede destro deve migliorare, come la concentrazione sui 90 minuti. Non ho mai avuto problemi con Cavani, Balotelli o Higuain, mentre ho sofferto molto Biabiany. In assoluto mi danno fastidio quelli bassi e rapidi, tipo il Papu Gomez che però appena lo tocchi va giù..."

Capita spesso in Serie A?

"Purtroppo si. Prendete Cuadrado: è fortissimo, ma appena lo sfiori cade. Gervinho no, non si butta quasi mai, e quando scappa devi sparargli per fermarlo. Il più grande è Tevez: uno dei pochi che prende le botte in silenzio e al limite te le ridà, ma non simula, non polemizza, non piange. Anche Llorente è così. Gli attaccanti devono sopportare un po' di botte. Il calcio è fatto anche un po' di guerra agonistica. Rispetto gli arbitri italiani, ma dovrebbero fischiare meno: il calcio è uno sport di contatti, sennò giocheremmo a tennis"

Di recente qualche tifoso sui social ti rimproverava di guadagnare troppo...

"I guadagni di noi calciatori sono inferiori a quelli dell'Nba o della Formula 1: Hamilton guadagna il triplo di Messi o di Cristiano. E' il mercato che stabilisce certi stipendi, anche se io non ricordo neppure quando scade il contratto (2018, e davvero non se lo ricorda ndr). E i nostri guadagni sono molto inferiori all'Inter di qualche anno fa, o ai top club di adesso".

Cosa vedi nel tuo futuro?

"Voglio fare la carriera di Zanetti. Nessuno credeva possibile che i record di Facchetti venissero superati e invece... Ho 23 anni, se giocassi fino ai 40 come Zanetti avrei davanti altri 17 anni di carriera e ce la posso fare. Ringrazio Dio ogni giorno per essere qui, in uno dei club più importanti al mondo, che di sicuro prima o poi tornerà a vincere. Essere qui è un sogno: dei miei compagni di squadra di quando avevo 15 anni, solo io sono arrivato fin qui".