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Joao Mario, il fratello lo racconta così… E spunta una strana passione per…

Alessandro De Felice

l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport propone un bel reportage sul centrocampista nerazzurro

L'operazione di mercato che lo ha condotto a Milano è stata molto lunga e ad un certo punto l'operazione sembrava dovesse tramontare. Invece Suning non ha badato a spese ed ha investito su Joao Mario, che si è poi rivelato immediatamente pedina fondamentale per il gioco di Frank de Boer. La Gazzetta dello Sport, per conoscere meglio il centrocampista, è andata in Portogallo - a Porto Salvo - per conoscere la sua famiglia:

AL CENTRO SPORTIVO -  "Ad accogliere ogni persona c’è un cartello: «Per la formazione degli uomini e delle donne di domani». Un obiettivo nobile, un raggio di civiltà per i 200 ragazzi che la frequentano. Due passi dentro il palazzetto e capisci: ogni persona che si incontra – bambino, ragazzo, adulto – allunga la mano e saluta: «Obrigado». Qui si gioca a calcio a 5, a tennis tavolo, si fa pattinaggio artistico, kickboxing e karate. E si studia anche, con una libreria fornita e una stanza in cui poter stare tranquilli. Una polisportiva professionale in un ambito semidilettantistico. Il petalo più profumato dei Leoes è la squadra di calcio a 5 che partecipa alla Serie A portoghese di calcio a 5. Qui crescono i migliori prodotti portoghesi del settore come nei grandi club. E nella rosa attuale della prima squadra, su 18, 12 sono entrati nel palazzetto da piccoli. «Abbiamo un budget di un venticinquesimo del Benfica o dello Sporting Lisbona – spiega il tecnico Rodrigo Almeida – ma una passione infinita per questo lavoro». Lui lo può dire, laureato in economia. Mentre spiega compare, in tenuta d’allenamento con il numero 3, un ragazzo con la faccia sveglia: «Piacere, Hugo». Che poi sarebbe Hugo Eduardo Naval da Costa, il fratello più giovane di Joao Mario. Benvenuti nella famiglia del numero 6 interista. Tre fratelli, tre calciatori: il primo è Wilson Eduardo, seconda punta dello Sporting Braga, il secondo è il nerazzurro, il terzo è Hugo Eduardo, nato nel 1994, ala dei Leoes e nel giro della nazionale Under 21 portoghese. La famiglia (di origine angolana) è il magnete che tiene tutti uniti a Lisbona anche se dopo Wilson, un altro pezzo si è allontanato. «Joao ogni volta che poteva, veniva a vedermi». Ma con il calcio a 5 ci ha provato? Prima di rispondere scoppia in una risata contagiosa: «No no, non è mai stato portato, non gli è mai piaciuto. Meglio che giochi a undici. Io invece in un campo grande non mi sono mai trovato bene. Preferisco giocare spesso la palla. Per quello quando giocavo con Joao mi mettevo in mezzo al campo con lui»".

VIVA LA MAMMA - "Mamma Lidia è il punto di riferimento di questi ragazzi, soprattutto da quando si è separata dal marito Joao Mario (sì, proprio come il secondogenito). La famiglia ha la F maiuscola anche su whatsup dove si sono riuniti i tre fratelli, la mamma e le zie Carla e Darida. «È un laços, un legame indissolubile - aggiunge Hugo che intravede la laurea in Scienze applicate allo sport -. Quando smetto voglio dedicarmi all’educazione e alle tecniche di allenamento. Studio di giorno e mi alleno 5 sere a settimane». Cosa rappresenta Joao per voi fratelli? «La saggezza: è il più saggio, sempre concentrato. Spesso gli dico di sorridere di più. E gli consiglio di tirare anche in porta... la passa sempre!»".

PASSIONE PER LO SNOOKER -  "Con tre maschi, una palla rotolava sempre in casa e in giardino e il contatore delle punizioni paterne per le lampade rotte andato in tilt. «Per noi è sempre esistito solo il calcio - spiega Wilson -. Giocavamo appena tornati da scuola». Sfide infinite che ora si sono trasformate nella versione online: «Ma Joao non vuole giocarci tanto, preferisce lo snooker (biliardo inglese, ndr)». Nella nuova casa milanese, dove abiterà con la fidanzata Carlotta, troverà posto un tavolo. E i fratelli entreranno nell’appartamento con il piede destro per primo, come tutti e tre fanno in campo. Fino a qualche mese fa, di sera, ogni tanto, Hugo e Joao si infilavano nei ristoranti del quartiere Santos a Lisbona per cenare. Magari parlando di Inter: «Seguo da sempre l’Inter, adoravo Recoba» - svela alla fine Hugo. Obrigado".