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Il derby di sabato scorso potrebbe avere dato a Pioli un'arma importante: Joao Mario. Il centrocampista portoghese, dopo il suo arrivo a Milano, nell’estate scorsa, una delle prime cose che ha chiesto è stato un corso di italiano. Poi, di conoscere la città. Perché lavorare sul campo non basta. Il suo passaggio dallo Sporting Lisbona all’Inter per 45 milioni è stato etichettato da quasi tutti come un investimento spropositato. La media-voto della Gazzetta dice che per ora il portoghese vale un 6,1. Visto il costo del cartellino sarebbe una mezza bocciatura, visto il suo utilizzo è più che una promozione.
Ebbene, dopo cinque giornate consecutive iniziate dalla panchina, Stefano Pioli lo ha infilato nella lista titolare contro il Milan. E il campione d’Europa è piaciuto.
Per l’atteggiamento con e soprattutto senza palla. Non è ancora un giocatore da 45 milioni, ci mancherebbe, ma nel derby ha mostrato che può rappresentare quel trequartista moderno necessario alla causa. Abituati a giocatori «classici» per quel ruolo, lui può unire l’abilità balistica con il dinamismo atletico. Sì, dinamismo, perché quando Joao Mario con il pallone, è più veloce e resistente di quando lo fa senza. Potenza di una struttura fisica e di una postura che lo contraddistingue a livello mondiale. Provate a pensarci: in quanti mantengono il busto così eretto? In questo periodo di accantonamento, tra l’altro, Joao non ha mai staccato la spina mentalmente ripresentandosi in campo con lo stesso spirito positivo che lo ha sempre contraddistinto.
(Gazzetta dello Sport)
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