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Jonathan: “Strama strano ma sarà  grande. Italia? Imparo l’inno”

Da brutto anatroccolo a cigno nerazzurro. Jonathan, inaspettatamente, è riuscito a conquistarmi spazio nell’Inter di Mazzarri dopo tante difficoltà incontrate dal suo arrivo alla Pinetina. L’esterno nerazzurro è stato addirittura...

Alessandro De Felice

Da brutto anatroccolo a cigno nerazzurro. Jonathan, inaspettatamente, è riuscito a conquistarmi spazio nell'Inter di Mazzarri dopo tante difficoltà incontrate dal suo arrivo alla Pinetina. L'esterno nerazzurro è stato addirittura accostato alla Nazionale Italiana nell'ultimo periodo: "Un giornalista mi ha chiesto se volevo accettare di giocare in Italia, e ho detto di sì. Credo che non avrò l'opportunità di rappresentare la nazionale brasiliana prima della Coppa del Mondo, e con l’Italia sarebbe stato altrettanto difficile. Senza dubbio, il mio desiderio di giocare per la squadra brasiliana è molto grande. Giocare per l'Italia sarebbe strano, ma è una questione di opportunità. È il mio lavoro, tutti i giocatori sognano di giocare una Coppa del Mondo con una grande nazionale. Per me sarebbe un onore indossare la maglia "azzurra" . Se così sarà, mi iscriverò ad un corso per migliorare l’italiano e imparare a cantare l'inno". Il brasiliano ha parlato ai microfoni di Globo Esporte. Vi riportiamo cosa ha detto nella lunga intervista concessa al quotidiano brasiliano:

 - Quest'anno hai giocato 28 partite in Serie A, hai segnato quattro gol e realizzato tre assist. Maicon, dal canto suo, ha giocato 23 partite e ha segnato due gol con la Roma, mentre Rafinha somma 24 presenze e sei assist nel Bayern Monaco. Pensi che i loro numeri siano degni di una convocazione?

Penso che ho segnato più gol, ma alcune volte ci sono altri fattori, che non contano come i miei gol. Ma sono comunque molto felice di aiutare la squadra. Il mio obiettivo principale è quello di servire i nostri attaccanti e aiutare la squadra a fare gol. Non so se posso dire che è ingiusto, forse non è la parola adatta. Ma al momento ho giocato solo per l’Inter, penso che sia necessaria almeno una possibilità di allenarsi con il gruppo. Ma non credo sia colpa di Felipe, perché la concorrenza nella nazionale brasiliana è molto grande ed è anche difficile per lui scegliere e poter pensare a tutti.Dobbiamo rispettarlo. Maicon e Dani Alves sono giocatori fantastici, hanno una storia Nella Selecao. Rafinha sta giocando bene, e il Bayern Monaco sta vivendo un momento migliore dell’Inter in assoluto. Questo è quello che conta maggiormente. - E come hai fatto presente la tua volontà di giocare per l'Italia?

Un giornalista mi ha chiesto se avrei accettato di giocare in Italia e ho detto di sì.Credo che non avrò l'opportunità di rappresentare la nazionale brasiliana prima della Coppa del Mondo, e con l’Italia sarebbe stato altrettanto difficile. Senza dubbio, il mio desiderio di giocare per la squadra brasiliana è molto grande. Giocare per l'Italia sarebbe strano , ma è una questione di opportunità. È il mio lavoro, tutti i giocatori sognano di giocare una Coppa del Mondo con una grande nazionale. Dal momento che non ho potuto giocare per il Brasile , sarebbe un onore indossare la maglia azzurra . Non vedo alcun problema con questo. - Ma se non dovessi essere convocato per disputare la Coppa del Mondo né con l'Italia nè con il Brasile, cosa sceglieresti a quel punto?

Dipende dal momento, dall’allenatore e dall’abbondanza. Aspetterei per il Brasile, ma farò preparare tutti i documenti mancanti per essere accettato qui dall’Italia. Se si presenta l'occasione, giocherò per l'Italia. Si tratta di una questione di fortuna e destino penso. Ho 28 anni e se l'Italia mi dovesse chiamare tra due anni per giocare a Euro 2016, in Francia, accetterei. A quel punto avrò già 30 anni. La gente deve capire. A meno che qualcuno della federazione brasiliana mi chiami e mi chieda come sia la mia situazione o mostri interesse, accetterei l’Italia. Perché questo è ciò che accade, il giocatore sa sempre quando sarà convocato. Finora nessuno mi ha mai contattato, nè l'Italia né tantomeno il Brasile. - Ma la federazione italiana ha chiesto per voi ?

La Federazione Italiana ha già contattato l'Inter. La ragazza che lavora presso la sede dell'Inter mi ha detto che hanno chiesto per i miei documenti, ma il passaporto non è sufficiente. Il mio avvocato è incaricato di controllare ciò che manca per regolarizzare la mia situazione con la FIGC, ma è difficile avere questa possibilità prima della Coppa del Mondo, perché non sono mai stato convocato né allenato con il gruppo .

- Questa stagione sta andando bene, ma tornando indietro nel tempo in Italia all’inizio non è stato facile. Come mai?

Quando sono arrivato qui, c’era prima Gasperini, poi è arrivato Ranieri. Non mi ha dato nessuna possibilità, mi disse che aveva bisogno di tempo per insegnarmi il calcio italiano, ma in quel momento non c’era quella possibilità. Mi allenavano a parte e poi a gennaio mi hanno mandato a giocare al Parma.

 - Hai mai pensato di tornare in Brasile in quel momento difficile?

L’Inter non voleva che io tornassi in Brasile però era un momento difficile. Mi allenavo a parte perché l’Inter a destra aveva Maicon, Zanetti, Nagatomo e pure Faraoni che poteva giocare a destra, ho giocato con la Primavera, ero molto turbato perché nel Cruzeiro avevo fatto bene ed ero stato considerato uno dei migliori esterni dopo aver vinto la Libertadores. All’inizio faticavo a capire, poi ho imparato che Parma è stata la chiave di tutto. Lì mi hanno accolto benissimo, sono riuscito a lavorare con continuità, il tecnico mi ha aiutato molto e sono riuscito a dimostrare le mie qualità così ho dimostrato di essere adatto al calcio italiano ed europeo.

 - Quando sei arrivato all'Inter, nel luglio 2011, Maicon era ancora al club. Lui ti ha aiutato o c’era rivalità tra di voi?

Mi ha aiutato molto. Stavo attraversando un momento difficile, si fermò accanto a me e disse: "Guarda, Jonathan fa in questo modo, l'allenatore vuole che tu fai questo, correggi quest’altro e così andrà bene" Mi ha dato tanti consigli, ci siamo allenati insieme, siamo diventati amici e ancora oggi ci sentiamo.

 - E’ stato un male il confronto con Maicon?

Sì, molto. Tutti hanno detto che ero il nuovo Maicon, ma io non ho mai detto questo. Forse ci sono, sì, alcune caratteristiche simili nel nostro gioco, ma credo di essere molto diverso da lui. La stampa ha creato questa idea e ha creato un'aspettativa tra i tifosi che si aspettavano da me che io entrassi in campo e facessi le stesse cose che faceva Maicon. Ma questo non è accaduto, perché siamo diversi e anche perché ero appena arrivato in Europa. Prima di andare all’Inter, Maicon era stato al Monaco e lì non era titolare all’inizio.

 - C’era un clima di competizione visto che giocate nella stessa posizione?

No. Ora è Wallace che sta passando esattamente la stessa situazione che ho vissuto quando sono arrivato all'Inter. Io aiutarlo sto cercando di aiutarlo. Sappiamo che il calcio è così: più giochi e meglio è, l'allenatore decide chi è migliore e chi giocherà. Wallace ha grandi qualità, ma ha bisogno di acquisire esperienza. L'amicizia fuori dal campo è molto grande, soprattutto perché i giocatori provenienti dallo stesso paese possono aiutarsi molto.

 - Dopo sei mesi di Parma, sei tornato nell’Inter di Stramaccioni, ma ancora una volta senza successo…

E' vero. Era strano con lui perché non potevo sbagliare. Se facevo male, non mi usava nella partita di dopo e io avevo bisogno di continuità. E’ un allenatore che conosce bene il calcio, è intelligente, ma mancava di esperienza e di polso. Ma sono sicuro che sarà un grande allenatore in futuro.

 - Il tuo ritorno non è stato visto con favore dai tifosi. Sono mai stati aggressivi nei tuoi confronti?

Nessuno ha avuto modo di essere aggressivo, però spesso venivo criticato ed era sgradevole. Quando toccavo la palla sentivo i ‘booo’. La stampa criticava le mie prestazioni e il telecronista diceva che io non ero da Inter. E’ stata la mia peggiore stagione, ho fatto alcune cose buone, ma non ho trovato continuità. 

 - Quest'anno tutto è cambiato. Qual è il segreto di questa svolta nelle tue prestazioni?

Desideravo tornare in Brasile a metà dello scorso anno. Ho parlato con alcuni club brasiliani, ma non dirò i nomi. Ero vicino al ritorno, ma la mia famiglia, soprattutto mia madre, mi ha fatto cambiare idea. Un giorno venne e disse: "Niente nella vita è facile, questo è il tuo sogno, hai sempre sognato di giocare in Europa, nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile. Anche con il Cruise sei riuscito a superare le critiche. Molti vorrebbero essere qui al tuo posto”. Questa conversazione con la mia mamma mi ha dato un sacco di morale, fiducia, e ho continuato ad allenarmi ogni giorno con una motivazione in più. Sono andato in vacanza in Brasile e quando sono arrivato ho pensato che l'Inter mi avrebbe prestato di nuovo. Onestamente è stata una sorpresa essere rimasto nella rosa nerazzurra.

 - Pensavi che avresti giocare per un'altra squadra in Serie A?

Sì, ho pensato che sarei andato nuovamente in prestito, ma parlato con il nuovo allenatore Walter Mazzarri e lui ha voluto che restassi. All'inizio della stagione, abbiamo avuto una conversazione. Mi ha detto che sarei rimasto all’Inter perché lui credeva in me. E mi ha detto che ero un giocatore importante, che mi aveva già osservato quando allenava il Napoli e aveva addirittura pensato di portarmi al San Paolo. Mi ha dato fiducia ed è stata una persona fondamentale nella mia carriera.

 - Oggi tutto è cambiato e ora i tifosi ti ammirano. Come è il tuo rapporto con loro adesso?

Ora, i tifosi mi trattano con affetto, hanno sempre una reazione positiva, mi chiedono autografi, foto, mi dicono che mi prendono al fantacalcio e mi dicono anche che devo segnare. Tutto è cambiato radicalmente e mi godo questo affetto dei tifosi. Il pubblico qui è molto esigente per tutto quello la squadra ha vinto: nel 2010 è arrivato un Triplete per questo i tifosi nerazzurri sono molto esigenti. Ma siamo in un momento di rinnovamento, stiamo migliorando e abbiamo solo bisogno di un po’di pazienza, Mazzarri è l’allenatore giusto per questa squadra.

 - Con l'arrivo del nuovo presidente Erick Thohir, l'Inter ha investito nel mercato. C’è un tuo ex compagno del Santos o Brasileirão che vorresti indicargli?

E 'difficile da dire perché non riesco a seguire il campionato brasiliano e il Santos è cambiato tanto da quando c’ero io. Ma mi piace Arouca, credo sia un giocatore molto interessante, ma non siamo mai arrivati ​​a parlare del suo eventuale arrivo all’Inter. Penso che Arouca si adatterebbe bene a questa squadra. Ma non ho bisogno di dargli consigli, è un giocatore importante, ha vinto i titoli, rappresentato la nazionale brasiliana, è ancora un grande giocatore.

Come vedi l’avventura di Neymar al Barcellona?

Penso che stia andando bene, è normale, ha fatto grandi gare. Neymar è un giocatore che non ha bisogno di commenti. E  un giocatore eccezionale e ha personalità e maturità che sono insolite per la sua età. Sono sicuro che sarà fondamentale al Mondiale. Gioca in un grande club e ha dimostrato già di meritarlo. In due anni lotterà per il titolo di giocatore migliore del mondo.

Dario Di Noi - Eva A. Provenzano