La Gazzetta dello Sport, ha intervistato in esclusiva, José Couceiro, colui cioè che, nel 2014, accolse Joao Mario nel Vitoria Setubal per la sua prima esperienza al di fuori del mondo Sporting. Ecco le sue parole sul centrocampista nerazzurro: "Se sono sorpreso del suo poco utilizzo nell'Inter? Non sono sorpreso, anzi, me lo aspettavo che avrebbe incontrato momenti di difficoltà. Motivo? Innanzitutto per lo spirito che viene coltivato nei giocatori delle tre grandi di Portogallo. Quando cresci nello Sporting, nel Benfica o nel Porto i tuoi avversari sono quasi sempre più deboli e tu sei abituato a essere migliore degli altri individualmente e come gruppo. Quando arrivò da me cosa notai? Aveva un talento indiscutibile e infinito, possedeva un’intelligenza sopra la media dentro e fuori dal campo. Era semplice confrontarsi con lui perché capiva il gioco meglio e prima degli altri. Qual è stato, o qual è, la difficoltà maggiore per lui? Si tratta dell’aspetto tattico. In Portogallo era abituato a giocare sempre in attacco, a pensare meno alla fase di non possesso. Adesso sta comprendendo che quando devi inseguire l’avversario, quello che conta è la posizione. Essere in quella corretta, ti consentirà di fare meno fatica per recuperare il pallone. Quale è la sua migliore posizione in campo? Quella su cui sta lavorando Pioli, nella zona centrale. Poi si può disquisire se dietro alla prima punta, dove lo vedo meglio, o se davanti alla difesa. Ma comunque nel cuore del gioco. Se è poco rapido? Lui è resistente, ha una fisicità che lo rende impermeabile agli urti. La velocità non è la sua caratteristica principale. Ma lui è veloce con la palla tra i piedi. Può sembrare un paradosso, ma va più forte con il pallone che senza. Se diventerà un grande giocatore? È già un top player. Uno dei migliori giocatori per il futuro. L’anno prossimo, nella sua seconda stagione italiana, avrà un adattamento più veloce. Lui ha una mente aperta, apprende rapidamente. E avrà capito il calcio italiano che è molto più tattico e con molte più transizioni rispetto a quello portoghese. Un altro paradosso: se fosse andato a giocare nel Barcellona, avrebbe avuto un inserimento più semplice perché il gioco è più simile alla sua formazione. Ci sentiamo, è felice della scelta, non ha rimpianti di aver accettato l’Inter anche se gli capita di stare in panchina. Ha capito, maturerà anche così. Se è stato giusto spendere 45 milioni per il suo cartellino? Il prezzo lo fa il mercato, non so se sia una valutazione corretta. Ma lo volevano in tanti: In Inghilterra, in Spagna e anche in Russia. E poi faccio un ragionamento: se Pogba è stato pagato 105 milioni dal Manchester United, dico che i 45 spesi dall’Inter per Joao Mario sono un grandissimo affare. Ha una caratteristica che noi allenatori amiamo: la continuità. Non sfornerà prestazioni eccezionali, ma ha un rendimento continuo di altissimo livello durante ogni partita e durante la stagione. Cosa ha di speciale? La sua normalità è l’aspetto eccezionale. È un giocatore speciale perché è un ragazzo normale"
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José Couceiro: “Joao Mario? L’Inter ha un vero top player che vale Pogba”
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(Gazzetta dello Sport)
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