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Un articolo di Davide Coppo sulla rivista Undici racconta Stevan Jovetic attraverso un’intervista che ripercorre le tappe della sua carriera finora.
A 20 anni era uno dei giocatori più forti del mondo della sua generazione, forse paradossalmente la giovane età, anziché essere un mattone in più nel giudizio di tanto talento svanisce dalla carta d’identità. E al primo passo sbagliato il giocatore viene ridimensionato. Durante la prima stagione a Manchester compare su un social una sua foto con la scritta: “Se aspettiamo fino a che siamo pronti, aspetteremo per il resto della nostra vita”. Nella seconda stagione, altra frase: “I tuoi sogni non hanno una data di scadenza, fai un respiro e prova ancora”. Fino alla foto di un addio: “On my way to Milan”. Da quando è all’Inter le frasi motivazionali spariscono dai social, ci sono scatti con gli amici, in città. All’Inter ha la maglia numero 10 per la prima volta in carriera e sui trequartisti Jovetic dice: «Non c’è più quel ruolo, anche se faccio la prima punta a me piace tornare indietro a prendere la palla, inventare le giocate e fare gli assist».
La sua duttilità tattica mostra come possa giocare con qualunque compagno d’attacco. Quando giocava con Palacio tirava 6 volte a partita in media, con Icardi gioca più dietro l’argentino e tira meno ma è più utile in fase di assist, il gol di Medel contro la Roma arriva proprio da un suo appoggio al cileno. Lui dice solo che: «Giochiamo tutti come due punte, poi a volte io vado un po’ più indietro ma mi trovo bene con tutti e due. Con la Roma per la prima volta ha giocato in un tridente senza prima punta e in compagnia di due “nostri”: Perisic e Ljajic".
Parla dell’Inter come “una delle 10 squadre più forti del mondo” e aggiunge «Io vorrei fare sempre di più, segnare di più. Mi dispiace non aver segnato dopo le prime due partite, ma ho fatto assist anche a Palermo, contro la Roma e siamo primi. Meglio così che segnare 8 gol ed essere ottavi». A Milano vive nei nuovi appartamenti disegnati da Zaha Hadid nel quartiere Citylife: «Sono case belle, si sta bene». A tratti sembra che il suo carattere diventi quasi aggressivo, o forse è solo consapevolezza. Nell’esultanza del suo primo gol in campionato, il gol al 93° minuto che ha deciso la sfida contro l’Atalanta, si intravedeva una grande passione, quasi uno sfogo e Jovetic dice: «Sto cercando di fare il mio meglio e quando lo faccio sono sicuro che tutti sono contenti, sono partito bene ma non devo dimostrare niente a nessuno».
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