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Alla Gazzetta dello Sport, il tecnico del Genoa, Ivan Juric, ha parlato della sfida di domani sera al Meazza ed è tornato anche sui due mesi trascorsi ad Appiano Gentile da vice di Gasperini.
«Due mesi sono pochi per sognare. Per imparare no. All’Inter ho conosciuto un mondo straricco che non conoscevo, abitato da calciatori che sono allo stesso tempo aziende, e però restano ragazzi semplici: puoi penetrare anche quei cuori con cose normali, affrontandoli da uomini “normali”. All’Inter ho capito che in un nuovo mondo non bisogna mai entrare deboli: altrimenti sei delegittimato presto, e i giocatori certe cose le percepiscono al volo. Ma di quei due messi all’Inter ho un ricordo più netto degli altri: parlavano tutti di Mourinho. Era evidente: da lì era passato un capo. Quello che adesso l’Inter sta cercando e siccome non deve essere per forza un presidente, auguro a Pioli di diventarlo presto. Ha tutto per riuscirci: è solido, onesto, uno dei pochi ai quali chiederei e ho chiesto informazioni su dei giocatori. Glielo auguro perché l’Inter non ha niente di meno della Juve: è meno tosta, ma ha più talento. Dunque va affrontata facendo un po’ più di possesso palla: il “mordi e fuggi” con loro non credo possa bastare»
CAPITOLO CHOLITO - E Juric non poteva esimersi dal rispondere anche a qualche domanda su Simeone jr, soprattutto in vista della sfida contro l’Inter, dove questo nome evoca molte emozioni: «Ho parlato col “Cholo” solo una volta - era venuto a trovare il figlio - ma ricordo bene come giocava. Ecco, Giovanni ha il suo gusto della sfida, la stessa voglia di vincere. Lavora come un matto, per vincere: non so quale potrà essere il suo massimo ma so che ci arriverà, sicuro. E poi ha un talento particolare dentro l’area: stiamo facendo un gran lavoro sulla gestione della palla, ma nel suo secondo gol alla Juve di mio non c’è nulla, è tutta roba sua»
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