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"Io le sento allo stesso modo, forse perché è il primo anno in A e sono un po' incosciente. Credevo che la vera rivale dell'Inter fosse il Milan perché sono entrambi due squadre di Milano, ma adesso sono qui e ho capito che la vera rivale è la Juventus, da fuori non me ne ero accorto".
Strama lo ha imparato respirando l'aria intorno a sé: sono i giorni di Juventus-Inter, una partita che non è e non sarà mai uguale alle altre. Una storia vecchia più di un secolo, due opposti che non si attraggono per niente, due stili diversi, due filosofie e modi di pensare e di intendere assolutamente distinti. E' stata la sfida del 9 a 1 bianconero contro la primavera nerazzurra: Angelo Moratti, padre di Massimo, mandò in campo la sua formazione giovane per protesta. E' stata la sfida di uomini come Giacinto Facchetti e Gaetano Scirea, simboli veri, partite tra capitani che amavano il calcio e non le polemiche. E' stata la sfida di Ronaldo e Iuliano. Quella di Zanetti e Del Piero: il primo è rimasto al suo posto, l'altro è stato costretto a volare in Australia per finire la sua carriera da calciatore. Juve-Inter, è pure la sfida di due famiglie che nella continuità guidano questi due club di generazione in generazione. E' tristemente diventato anche lo scontro di Calciopoli. E' questo e molto più. E' un classico, una favola ogni volta diversa, un racconto da scrivere con la penna del presente ricordandosi cosa è, cosa rappresenta, i colpi di scena che ha regalato nel corso degli anni.
Quella di stasera sarà la sfida di Andrea Stramaccioni e Antonio Conte (che è squalificato, ma è di fatto l'allenatore della Juve): i due l'hanno preparata - come nelle loro caratteristiche - in maniera puntigliosa, osservando e studiando le gare dei diretti avversari e cercando di cogliere punti deboli da attaccare. Serviranno piedi importanti, grinta, sentimenti forti. La capolista contro la rivale inattesa. La certezza di una formazione che non perde da 49 turni contro l'incognita di una squadra nuova che però ha preso tutti contropiede. Almeno tutti quelli che la credevano inadeguata per i vertici e invece l'hanno vista piazzarsi al secondo posto grazie soprattutto al buon rendimento in trasferta.
L'allenatore juventino e il suo staff tecnico non hanno parlato alla vigilia, sono in silenzio stampa, una scelta che avevano fatto anche contro il Bologna nel turno infrasettimanale, dopo le polemiche della partita di Catania (gol regolare annullato a Bergessio, gol irregolare assegnato a Vidal). E il tecnico interista non ha certo rivelato le sue mosse prima del previsto. E' una questione di pretattica: "Sono già a più quattro, hanno lo scudetto sul petto, volete pure che vi do la formazione? E che partiamo a fare?". E' semplicemente la verità.
L'idea è che - al di là di quelli che potrebbero essere i dubbi da sciogliere all'ultimo momento, nelle teste dei due tecnici i titolari siano già stati decisi. Al fischio d'inizio, le due squadre potrebbero (da sottolineare potrebbero perché con quei due non si sa mai) essere schierate così in campo:
JUVE (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Vucinic, Giovinco.
INTER (3-5-1-1): Handanovic; Ranocchia, Samuel, Juan Jesus; Zanetti, Guarin, Gargano, Cambiasso, Nagatomo; Palacio; Milito.
Ci sono tutti i presupposti perché sia una bella partita. Buon derby d'Italia a tutti. Ma agli interisti di più...
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