C'è un invasione di talpe nel calcio italiano. A sentire gli allenatori nelle loro squadre c'è qualcuno che rivela ai media i loro segreti tattici. Ma ci sarebbe una talpa pure nel caso Suarez.Lo scrive il Corriere della Sera in un articolo nel quale viene ribadito che il Managing Director Fabio Paratici e il legale della Juve, Luigi Chiappero, hanno «con false dichiarazioni, reso maggiormente difficoltosa l’attività di ricostruzione dei fatti svolta» dal Procuratore Cantone e i sostituti Abbritti e Mocetti. Ed è una cosa che "appare incontrovertibile". E c'è pure la questione dei rapporti intrattenuti con il Viminale per portare avanti la domanda di cittadinanza italiana dell'uruguaiano.
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CorSera – Caso Suarez: “La Juve ha ostacolato le indagini”. Sospetto su ‘una talpa’
Stando a quanto scrive il pm Paratici e Chiappero «hanno reso difficoltosa l’attività di ricostruzione dei fatti svolta»
LA TALPA - Il quotidiano però parla anche di un altro sospetto. Quello che ci fosse, appunto, una talpa che avrebbe informato il club bianconero sull'indagine in corso. E lo scrive proprio il pm negli atti con i quali aveva chiesto gli arresti domiciliari per i dirigenti dell'Università perugina. Il giudice ha deciso solo per la sospensione. Si legge nel documento: «Sussistono fondati dubbi che i rappresentanti della Juventus abbiano potuto avere contezza, tra l’8 e il 14 settembre, di questo procedimento e delle attività tecniche in corso».
L'ESAME - Queste conclusioni arrivano dal fatto che ad un certo punto il legale della Juve non si interessa più della pratica Suarez al Viminale. Non risponde al vice-prefetto con il quale era in contatto nonostante avesse provato diverse volte a telefonargli. E la sua collaboratrice, l'avvocata Turco, parla con il dg dell'Ateneo, Olivieri e spiega che se il giocatore vuole dare l'esame dovrà farlo come tutti gli altri studenti. Ma queste parole arrivano dopo una telefonata di una settimana prima nella quale lei parla sempre con Olivieri e con Rocca, esaminatore di Suarez, sull’anticipazione del test e «un corso intensivo mirato... con specifici compiti che poi si ritroverà all’esame».
MARCIA INDIETRO - L'esame effettivamente viene fatto a Suarez con quelle modalità. Il 17 settembre diventa un cittadino italiano, ma tre giorni prima la Juventus aveva smesso di trattare il calciatore. Chiappero durante l'interrogatorio ai pm ha spiegato che era una questione di tempistiche. Che in sostanza serviva più tempo per avere la cittadinanza rispetto ai termini di presentazione della lista di Champions all'UEFA. E il limite era il 6 ottobre. Ed è lo stesso motivo di cui ha parlato. "Ma per gli inquirenti si tratta di una «falsa rappresentazione» basata su un «presupposto inesistente», poiché dal Viminale erano arrivate indicazioni opposte: Suarez poteva diventare italiano in tempo utile per le esigenze juventine", scrive il Corriere della Sera.
IL PERCORSO -Il dirigente della Juventus aveva anche chiesto alla Ministra dei Trasporti Paola De Micheli, sua amica d'infanzia, un contatto. Gli aveva dato quello del capo di gabinetto dell'Interno, Frattasi. Lui si è messo in contatto con l'avvocato della Juve e da altri contatti è arrivato a quello del vice del direttore centrale del Dipartimento immigrazione, il vice prefetto Dinacci. «L’urgenza della pratica era stata evidenziata dai miei superiori», ha riferito lei ai pm. Ma ad un certo punto la Juve non si è fatta più sentire ed ha scelto un altro obiettivo rispetto a Suarez.
(Fonte: Corriere della Sera)
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