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Gds – Né con Klopp né con Guardiola: principi e filosofia dell’inzaghismo

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Alla sua terza stagione sulla panchina nerazzurra, il tecnico è cresciuto enormemente insieme alla squadra
Gianni Pampinella Redattore 

Qualcuno lo ha paragonato a Guardiola, qualcuno a Klopp, ma la verità è che Simone Inzaghi ha una filosofia tutta sua. In tre anni sulla panchina dell'Inter, il tecnico è cresciuto di pari passo con la squadra, adesso la squadra nerazzurra ha un gioco riconoscibile in Europa. "Inzaghi non è Guardiola e non è Mourinho, per citare gli allenatori simbolo della contrapposizione ideologica di un decennio fa. Non pratica neppure il gegenpressing di Klopp, non chiede ai suoi di riconquistare in cinque secondi la palla perduta", sottolinea Sebastiano Vernazza sulla Gazzetta dello Sport.

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"Nel calcio di Inzaghi la prima qualità richiesta sono i piedi buoni. Inzaghi guarda alla tecnica, vuole giocatori che sappiano stoppare il pallone e che lo giochino come si deve. Disporre di 10 giocatori mediamente bravi a far filare la palla permette a Inzaghi di praticare la costruzione dal basso senza troppi rischi. Al terzo anno di lavori, la costruzione inzaghiana ha raggiunto eccellenti livelli. Il palleggio è raffinato e in sicurezza. Le pressioni alte dell'Atletico hanno mostrato quanto lavoro Inzaghi abbia fatto sui piedi dei giocatori".


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"L'Inter poggia sulla impermeabilità difensiva. Martedì non ha concesso all'Atletico un tiro nello specchio. Inzaghi, però, non parcheggia i bus davanti alla porta, come Mourinho. Vuole che la squadra, nel difendersi, sia proattiva, propositiva, e non soltanto distruttiva, chiede che ogni pallone sottratto agli avversari si trasformi in un'opportunità di risalita e di ripartenza. Potremmo chiamarlo il contropiede senza catenaccio. È difficile iscrivere Inzaghi a un partito, collocarlo in questa o quella fazione. Mette i giocatori nelle condizioni di esprimere le proprie migliori qualità. Un allenatore "multiplo", concavo e convesso, poco dogmatico. È questa la sua forza. È nato l'inzaghismo e fa concorrenza al guardiolismo, al sarrismo e agli altri "ismi" del calcio.

(Gazzetta dello Sport)

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