Stefano Pioli e tutta l’Inter possono tirare un respiro di sollievo: Geoffrey Kondogbia è finalmente tornato a giocare a pallone, non è più un fantasma in mezzo al campo, incapace di dettare ritmi e tempi della manovra, ma è diventato un elemento indispensabile nello scacchiera nerazzurra. Contro l’Atalanta si trova di fronte uno dei migliori mediani del campionato, quel Franck Kessie per il quale sono arrivate offerte d’acquisto da far girare la testa, eppure Kondogbia non si scompone, prende possesso della zona con le sue lunghe leve, si alterna bene con Gagliardini, si propone per il disimpegno, non si nasconde mai quando i compagni della difesa hanno bisogno del suo aiuto e, in fase di prima impostazione, è bravo a verticalizzare subito la manovra. I miglioramenti di Kondogbia sono evidenti e gran parte del merito deve essere riconosciuto a Pioli che sul francese ha insistito, nonostante il pubblico di San Siro non lo amasse.
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L’allenatore non gli ha chiesto di vestire i panni del regista (sarebbe un insostenibile azzardo), né lo ha impiegato soltanto come uomo-schermo in fase di copertura: molto più semplicemente, dopo giorni e giorni di lezioni, sedute tattiche e cure psicologiche, lo ha utilizzato nella medesima posizione che occupava quando indossava la maglia del Monaco. Centrocampista centrale con libertà di inserimento: quando lui avanza, si ferma Gagliardini, e viceversa. Meccanismi elementari, ma di sicura efficacia. A conferma del fatto che le cose semplici sono spesso le più redditizie.
(Gazzetta dello Sport)
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