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Kovacic cuore del gioco, i numeri parlano chiaro. Ma per un 10 gli manca…

Riccardo Fusato

Ieri, Mancini ha riportato Mateo Kovacic nel ruolo che tutti vogliono, e che più sembra adatto alle sue caratteristiche, e cioè il trequartista. Ma, se è vero che la nuova collocazione in campo ( nelle precedenti uscite con il nuovo tecnico...

Ieri, Mancini ha riportato Mateo Kovacic nel ruolo che tutti vogliono, e che più sembra adatto alle sue caratteristiche, e cioè il trequartista. Ma, se è vero che la nuova collocazione in campo ( nelle precedenti uscite con il nuovo tecnico era stato schierato sugli esterni) ha portato Mateo più nel cuore del gioco, per essere un vero numero 10 non ha fatto ancora la cosa fondamentale e cioè l'assist.

I numeri del resto parlano chiaro: se schierato da ala nel derby, Kovacic aveva messo insieme appena 44 passaggi (39 positivi, 5 negativi), 31 dei quali nella metà campo avversaria (con l’83,9 per centro di precisione), stavolta invece ha quasi raddoppiato il suo bottino distributivo: 71 passaggi totali (62 positivi, 9 negativi) e 52 nella metà campo avversaria. Cifre che ne fanno il giocatore complessivamente più coinvolto della partita.

Ma questo non basta; al trequartista si chiede l’ultimo passaggio, e lì Kovacic è mancato: un paio di verticalizzazioni nel primo tempo, quando a sinistra funzionavano i movimenti alternati di Dodò e Kuzmanovic (destinatati di ben 22 passaggi totali provenienti dal croato, ricevendone 26), e un’altra sprecata in ripartenza da Icardi che ha sbagliato l’appoggio a Palacio.