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KOVACIC, personaggio in cerca di…ruolo: ecco il rischio che si corre con il croato

Daniele Mari

Mateo Kovacic in cerca di punti fermi. Il giovane croato, a soli 19 anni, è già considerato dagli addetti ai lavori un futuro big del calcio mondiale. Finora, però, il talento arrivato all’Inter dalla Dinamo Zagabria è stato frenato...

Mateo Kovacic in cerca di punti fermi. Il giovane croato, a soli 19 anni, è già considerato dagli addetti ai lavori un futuro big del calcio mondiale. Finora, però, il talento arrivato all'Inter dalla Dinamo Zagabria è stato frenato dagli infortuni e dalla...tattica.

Arrivato in nerazzurro per diventare il "regista del futuro", etichetta che tra l'altro gli ha affibbiato un big del calcio croato come Zvonimir Boban, Kovacic si è ritrovato in una squadra che il regista non lo prevede e non lo prevederà neanche in futuro. Lo stesso Walter Mazzarri, dopo il match contro la Roma, ha spiegato molto chiaramente che "si può fare bel calcio anche senza un regista in mezzo al campo alla Pirlo", di fatto confermando il suo credo tattico, che prevede un mastino e non un "professore" davanti alla difesa.

Kovacic è stato provato da mezzala (con risultati altalenanti a dire il vero), ora Mazzarri potrebbe anche avanzarlo di qualche metro (alla Ricky Alvarez) ma di impiegarlo regista non se ne parla.

La Croazia ha un'idea opposta rispetto al tecnico toscano. Kovacic, sia con l'Under 21 che con la Nazionale maggiore, gioca centrale di centrocampo, detta i tempi e viene impiegato in quello che lo stesso giocatore riconosce candidamente come il "suo ruolo". Un ruolo che all'Inter non esiste e che quindi non può ricoprire. Starà a Mazzarri, che ha ovviamente tutte le capacità per farlo, trovare un posto in squadra al più importante talento presente in rosa senza snaturarne le caratteristiche. Finora Kovacic ha mostrato evidenti difficoltà nel giocare sulla trequarti, denotando anche poca confidenza con la porta avversaria (non solo zero gol ma anche pochissime occasionI). La tendenza dell'ex Dinamo Zagabria è sempre e comunque quella di partire palla al piede andandosi a cercare la sfera nella sua metà campo avversaria.

Ci sarà da lavorare parecchio per "cambiare il chip" (mi scuserà Claudio Ranieri se gli scippo l'espressione) al giovane croato senza disperderne l'enorme talento.