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Mateo Kovacic, i piedi buoni dell'Inter. Può essere lui il crack della squadra in un momento di difficoltà come questo. Arrivato lo scorso Gennaio, ha subito mostrato di che pasta sia fatto questo giovane croato, che si lascia andare a La Gazzetta dello Sport, con una bella intervista su ciò che significa per lui la maglia dell'Inter e su tutto ciò che potrà accadere in questa stagione.ORGOGLIO. Sono estremamente orgoglioso del fatto che Moratti abbia detto che io sono il suo number ten. Non gioca il numero ma gioco io quindi niente timidezza.GOL. Se mi manca il gol? Questa è una provocazione (ride). Non mi importa come ma è importante segnarlo. Mi piacerebbe subito siglare la mia prima rete da interista, ma se dovessimo vincere anche senza un mio gol va benissimo cosi. La mia esultanza sarebbe un segno della croce. A chi lo dedicherei? Alla squadra. Alla Dinamo ne segnai sette e il più bello fu da calcio d'angolo con un mio destro al volo dal limite dell'area.
POSIZIONE. Amo giocare in tutte le posizioni del centrocampo. Anche in quella attuale che mi da la possibilità di vedere di più la porta e di essere al centro del gioco. Mi diverte molto. Differenze tra me e Hamsik? Lui è più propenso a inserirsi mentre io a portare palla. La posizione è la stessa e Mazzarri mi dice di andare dentro qualche volta. Lui però gioca in serie A da tanti anni e lo studio spessissimo. Guardo anche Modric, Iniesta anche Da vid Silva. Ne studio i movimenti, i tempi di gioco, come smistano la palla, come lavorano per gli altri.MODRIC. I consigli che mi ha dato? Di vivere la vita come un professionista, che sia alimentazione o comportamento. Non eÌ€ solo importante quello che fai sul campo, ma lo eÌ€ an che condurre un’esistenza regolare ed educata. Anche nei confronti del prossimo.
OPINIONI. I tifosi disponibili nei miei confronti? Sono solo un ragazzo normale che sta facendo il massimo e la gente apprezza tutto questo. Gli opinionisti dicono che è difficile arrivare terzi, io rispetto l'opinione di tutti. Ma la parola definitiva la dirà solo il campo alla fine della stagione. Non mi piace dire che siamo uno squadrone o che arriveremo terzi. Siamo ripartiti da zero, siamo giovani e abbiamo un allenatore che ci insegna tanto. Se poi faremo paura alle avversarie lo vedremo.CONDIZIONE. Non sono ancora al cento per cento ma dopo i 30’ col Cittadella ci sono, la mia disponibilitaÌ€ eÌ€ assoluta. Poi ovviamente decideraÌ€ tutto Mazzarri.SOGNI. Cosa vorrei vincere? Tutto. Non siamo ancora una grande squadra ma un mix fra ragazzi e giocatori esperti. Vorrei vincere, questo vorrei. Ed essere migliorato in fatto di gol.CAMBIAMENTI. In cosa mi ha cambiato la vita l'Inter? Umanamente tanto, veramente tanto: percheÌ sono arrivato a Milano da solo, come un bambino che deve per forza diventare adulto. Tatticamente anche: Mazzarri cura tutti i dettagli, vuole che in campo ci si trovi perfettamente e spero che lui, con noi, possa fare tanto bene quanto fatto nei suoi bellissimi anni a Napoli.EXTRA INTER. Cosa mi piace fare quando non gioco? Dormire abbastanza, giocare alla playstation e leggere: la Bibbia eÌ€ sempre con me, in questo momento sto finendo il libro di Ibrahimovic, i testi legati alle carriere dei calciatori mi piacciono molto. Nei mesi scorsi, poi, ho letto tutta la storia dell’Inter per capirne di piuÌ€ sia di questo club e sia dei grandissimi numeri 10 del passato. Per questo indossare questa maglia eÌ€ un onore, e per questo cioÌ€ che ha detto Moratti mi ha inorgoglito parecchio. Se ho preso la patente? Si, arriva a giorni. Cosi non dovrò più chiedere passaggi ai miei compagni.
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