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Kuzmanovic: «Resto perché torneremo grandi. Moratti un padre e Vidic è…»

Il giocatore nerazzurro Zdravko Kuzmanovic ha rilasciato un’intervista alla stampa serba e ha parlato dell’Inter, della Serie A e della sua Nazionale. Vediamo i passaggi più interessanti. Kuzmanovic questa estate poteva lasciare...

Lorenzo Roca

Il giocatore nerazzurro Zdravko Kuzmanovic ha rilasciato un'intervista alla stampa serba e ha parlato dell'Inter, della Serie A e della sua Nazionale. Vediamo i passaggi più interessanti.

Kuzmanovic questa estate poteva lasciare l'Inter, ma nessuna offerta delle numerose che ha ricevuto, lo ha soddifatto.  Non è andato in un club di livello inferiore rispetto all'Inter. la stessa Inter non voleva sentir parlare di sconti per un giocatore che la scorsa stagione solo occasionalmente ha avuto opportunità di giocare e in rare situazioni è riuscito a confermare le sue indubbie potenzialità. 

«Non ho rimpianti di essere rimasto all'Inter. Sono convinto che qui otterrò i miei minuti. La stagione è lunga, giocando su tre fronti, ora tocca a me a cogliere ogni possibilità. Una situazione simile la vivo ora nella nazionale serba. L'unica differenza è che qui c'è un nuovo selezionatore, mentre all'Inter è rimasto Mazzarri. La squadra è cambiata molto, ha portato nuovi giocatori che hanno bisogno di tempo per adattarsi. Noi tutti condividiamo la responsabilità di far tornare l'Inter nel top del calcio italiano, dove merita di stare». 

Il cambiamento del proprietario per voi è stato uno shock? «Sappiamo tutti quanto Massimo Moratti abbia amato il club. Ha vissuto per l'Inter. Tutte le decisioni sono state prese dal cuore. Eravamo una famiglia, e noi lo consideravamo un padre. Ora è venuto Thohir, ha portato capitali freschi e spero che riuscirà a creare un'atmosfera familiare».

Un gran numero di fan che l'Inter ha da Serbia, è aumentato drasticamente quando Thohir ha acquistato Nemanja Vidic. «È un fuoriclasse e un grande professionista. Vida ha un innato senso del ruolo di leadership. L'Inter aveva bisogno di un profilo con quella personalità dopo la partenza di Milito, Cambiasso e Zanetti.  Ha giocato alla grande il tour estivo in America, ha conquistato i tifosi al primo passo. Questi giocatori fanno solo bene e ha già dimostrato di essere una grande spinta per noi. Peccato che a Torino l'arbitro abbia mal interpretato il suo applauso. Era la fine della partita, mancavano 30 secondi. Non c'erano tracce di ironia, tanto meno un tentativo di insultare l'arbitro. L'applauso era per certificare la decisione dell'arbitro di dargli il fallo a favore e lui è rimasto scioccato quando ha visto il cartellino rosso. Ma ora ha imparato la lezione e la smetterà di applaudire (ride, ndr)».

Dopo gli impegni con la Nazionale, ora all'Inter ti attende una feroce battaglia con i concorrenti di reparto«Abbiamo preso Medel che ha brillato con la maglia del Cile ai Mondiali e ilfrancese M'Vila. Credo che tutte le squadre in Italia hanno i migliori giocatori di qualità a centrocampo. Quindi è bene che abbiamo tanta scelta perché stiamo giocando l'Europa League. Ci sarà spazio per tutti. Il mio motto è lavorare in silenzio». 

Rispettando la qualità di Saint Etienne, Dnipr e Karabag, l'Inter è la favorita del girone di Europa League. «Ovviamente una mancata qualificazione sarebbe un disastro per la reputazione dell'Inter." 

Quest'anno c'è stato l'addio dei senatori che hanno scritto la storia dell'Inter con José Mourinho.«Zanetti è una leggenda del club. Ora è comunque felice, è rimasto all'Inter e ha assunto il ruolo di vicepresidente. È sempre con la squadra. Viaggia in tutto il mondo con noi. La sua presenza è molto importante per noi giocatori, perché è un personaggio fantastico che sa come incanalare la nostra energia».

Avresti immaginato che Stankovic potesse diventare un avversario dell'Inter? «Mi ha sorpreso un sacco la decisione di Deki di diventare un assistente allenatore all'Udinese. Per lui è una grande cosa, può subito provare un buon club. Auguro a lui e Stramaccioni loro tutta la fortuna che meritano. Sarà interessante quando li incontreremo, ma è calcio professionistico. Nonostante la sorpresa iniziale, sono rimasto davvero contento quando ho visto che Deki si sarebbe dedicato alla carriera di allenatore».

Il campionato italiano non è più attraente come una volta. La migliore smentita possibile è arrivato in questo periodo di mercato con l'arrivo di nomi come Fernando Torres, Ashley Cole e Patrisa Evra. «Credo che sia questo l'obiettivo. Con l'aiuto di tali nomi uscire dal letargo nel quale versa il calcio italiano e passare a un livello superiore. L'Inghilterra è ancora al top per quanto riguarda la qualità, ma gli italiani sono ancora i migliori specialisti in tattiche. In questo campo, non hanno eguali. Vedrete che in questa stagione europea che i club italiani andranno lontano. Non è facile giocare contro una squadra che si prende cura di ogni dettaglio tattico».

Favorite per lo Scudetto?«Per me, la Roma viene prima della Juventus. Il Milan si è rafforzato molto negli ultimi giorno di mercato. Allo stesso modo in cui mi ha sorpreso Stankovic che è andato a Udine, così anche l'arrivo di Torres a Milano. Un grande giocatore, un marcatore. Ora sono molto forti, ma noi non siamo certo da meno, siamo l'Inter!».