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L’Argentina chiede scusa a ZANETTI: “Mito non riconosciuto. Per onorarlo…”

La stampa argentina si inchina dinanzi a Capitan Zanetti. E quasi chiede scusa. In un bel racconto del ritorno in campo del giocatore argentino, si parla dello scarso riconoscimento che in Argentina si è tributato nel corso degli anni a Zanetti....

Daniele Mari

La stampa argentina si inchina dinanzi a Capitan Zanetti. E quasi chiede scusa. In un bel racconto del ritorno in campo del giocatore argentino, si parla dello scarso riconoscimento che in Argentina si è tributato nel corso degli anni a Zanetti. Fcinter1908.it ha tradotto in maniera integrale l'articolo comparso su "El Zonda":

"In più di 20 anni di carriera, nonostante abbia fatto parte dell'elite del calcio mondiale, sia stato il giocatore con più presenze nella Seleccion e abbia vinto titoli fino a stancarsi con la maglia dell'Inter, poche volte Zanetti è comparso sulla stampa. A volte la mancanza di "fama mediatica" si è prodotta per la mancanza di dichiarazioni bomba da parte di Zanetti, che mai ha esposto la sua vita privata andandosene in giro con soubrette o mostrando le sue auto o la sua abitazione.

Javier Zanetti ha scelto un'altra strada, la strada degli uomini che sono di esempio con le loro azioni e lasciano il segno nella vita, frutto del lavoro, del comportamento, della dedizione, della costanza e dello sforzo messi in una certa disciplina, in questo caso il calcio.

Sabato scorso, il giocatore cresciuto nel Talleres e poi passato per il Banfield, ha sorpreso il mondo intero. Dopo sei mesi di inattività per la rottura del tendine d'Achille, Zanetti è tornato a calcare un campo di calcio.

Un altro giocatore, a 40 anni e con un futuro economicamente sicuro, avrebbe scelto il ritiro. Ma Pupi, quel 28 aprile, non ha pensato al ritiro ma solo al rientro in campo. Perché i grandi calciatori, quelli che hanno avuto una carriera esemplare in tutti i sensi, meritano di decidere loro quando lasciare il calcio. Sapeva che non si sarebbe dovuto ritirare dalla porta di servizio e per questo ha lavorato il doppio per tornare a giocare e dimostrare di essere ancora vivo.

Il suo presidente, Massimo Moratti, di lui ha detto che viene dal pianeta Krypton e che giocherà altri 4 o 5 anni. A 10 minuti dalla fine di Inter-Livorno, quando Pupi è entrato in campo, Moratti si è emozionato perché il giocatore simbolo dell'Inter, quello che ha vestito la maglia nerazzurra in 846 partite ufficiali, non poteva mancare all'ultima gara del suo presidente.

In quel gesto di Moratti, nel saluto dei compagni che dopo il gol di Nagatomo sono corsi ad abbracciare lui e non il giapponese, nell'ovazione dei tifosi c'era il riconoscimento per la carriera e soprattutto la persona che è Pupi, lo straniero con più presenze in Italia, il giocatore con più presenze nell'Inter e secondo in assoluto in Serie A dietro Paolo Maldini, altro simbolo della città di Milano.

Come se non bastasse, Zanetti è il quarto giocatore per presenze in incontri ufficiali, dietro Peter Shilton, Roberto Carlos e Ray Clemence.

Ma nella carriera di Zanetti c'è un conto in sospeso, il riconoscimento da parte del calcio argentino. A pochi mesi dall'inizio del Mondiale, si potrebbe forse saldare questo conto. Come? Convocando Zanetti per un'ultima partita con la Seleccion in patria. Nessuno lo merita più di lui, visto che ha difeso la maglia dell'Argentina in ben 145 occasioni, compresi due Mondiali. Una volta per tutte diamo il giusto riconoscimento a questo mito del calcio, che in Argentina è quasi dimenticato".