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La Panchina d’oro non è solo un premio riservato al miglior allenatore della A, che Roberto Mancini ha peraltro conquistato qualche anno fa, ma è anche una possibilità all'Inter che si è manifestata sabato sera quando il tecnico marchigiano ha optato di rinunciare a Perisic e Icardi, unita all’assenza di Kondogbia bloccato da un problema muscolare, ha portato a un montepremi di circa 85 milioni di cartellini (stando stretti sulla valutazione attuale dell’argentino) fuori dai giochi. La forza di questa Inter sta proprio qui: si può rinunciare a tutti perché ciò che conta è lo spirito. Quando alla sesta giornata la Fiorentina ha vinto 4-1 a Milano svegliando bruscamente il popolo nerazzurro dalla luna di miele con le vittorie, il tecnico ha percepito che sarebbe stato meglio sollevare il divisorio virtuale nello spogliatoio tra titolari e alternative e rimettere tutti sullo stesso piano. Gli stimoli, si sa, sono gli alleati migliori. Se scemano, urge intervenire. E così Mancini ha strappato le etichette ed è ripartito. Tre pareggi consecutivi e poi altre 4 vittorie di fila prima di cadere in piedi a Napoli: la formazione non la fanno gli assegni staccati in estate.
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