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La rinascita di Alvarez: corre, copre e gioca da 10. Dopo due anni…

Se l’Inter ha iniziato il campionato con il piede giusto, molto lo deve a Ricky Alvarez. L’argentino sembra trasformato rispetto alla passata stagione, quando sembrava un corpo estraneo nella squadra, tanto che in estate si era parlato di una...

Riccardo Fusato

Se l’Inter ha iniziato il campionato con il piede giusto, molto lo deve a Ricky Alvarez. L’argentino sembra trasformato rispetto alla passata stagione, quando sembrava un corpo estraneo nella squadra, tanto che in estate si era parlato di una sua cessione.

Grazie alla cura Mazzarri-Pondrelli ora Alvarez sembra un altro giocatore;  corre come un mediano, decide come un numero 10. C’è chi dice che le giocate di Ricky Alvarez si avvicinino molto a quelle del Kakà formato deluxe , ma di certo c’è che da quel giocatore vicinissimo a un addio (River, Genoa, Porto) è rinato qualcuno che fa strabuzzare gli occhi per continuità, cattiveria, efficacia, spirito di sacrificio, incisività, temperamento. Il centrocampista soprannominato Ricky Maravilla, ci ha messo due anni per guadagnarsi quel nominativo, dando ragione anche a Piero Auisilio che ci aveva visto giusto. In queste due stagioni Alvarez ha fatto della sua discontinuità il suo difetto principale. Ora con Mazzarri il ragazzo oltre ad essere continuo è diventato concreto. Miracolo? Di certo no. Il tecnico nerazzurro gli ha parlato e lo ha spronato dicendogli: “ l’ultimo atto resta, e che il calcio non è fatto solo di preliminari. Insomma, se cominci bene un’azione finiscila meglio”. Il ragazzo deve ancora migliorare come detto dallo stesso Mazzarri ma ha caratteristiche tali per diventare il vero top player dell’Inter.