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Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato, è intervenuto ai microfoni di Sportitalia per commentare gli ultimi aggiornamenti sul futuro del calcio italiano: "Non ho nulla di personale contro Spadafora. Quello che non condivido è la cultura dell'essere prevenuti nei confronti del calcio professionistico. Da quando ero bambino, il calcio professionistico ha dato soldi allo Stato per sostenere il resto delle attività sportive. Dica che non è possibile riprendere, se lo ritiene, ma non scarichi la responsabilità sui medici. L'aspetto sportivo poi è competenza della Lega e della FIGC e saranno loro a decidere cosa fare da questo punto di vista. Dare lo scudetto alla Juventus non è che mi piacerebbe molto (sorride, ndr). Spadafora al telefono mi ha detto che non tocca al Parlamento decidere, io gli ho detto che non è proprio così. Decide il Governo con un decreto che può essere convertito dal Parlamento, non ci sono altre vie. Ripartenza il 13 giugno? Secondo me si riparte. Anche i partiti di maggioranza hanno criticato la parte del protocollo che prevede la quarantena per l'intera squadra in presenza di un contagiato. Credo che questa parte cadrà e allora si potrà andare avanti. Bisogna eliminare le prescrizioni impossibili, come la responsabilità dei medici sociali se qualcosa andasse storto. Il dato che ci conforta è che fino a 40 anni non ci sono stati casi di mortalità, eccetto chi aveva malattie pregresse".
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