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Arrivano segnali di crisi dal calcio di casa nostra e arrivano, soprattutto dalle grandi società. Lo ha detto Galliani senza mezzi termini in questi giorni e lo capiamo anche da noi osservando il mercato dell’Inter degli ultimi anni.
Questa mattina, dalle colonne della Gazzetta dello Sport, Carlo Laudisa analizza questa situazione attraverso 7 domande chiave alle quali cerca di dare una risposta.
Parte chiedendosi se davvero il calcio italiano sia ridotto ormai ai livelli di una pizzeria e basta analizzare il rapporto tra spese e ricavi dei club italiani per rendersi conto di come la competizione con i grandi club europei sia diventata insostenibile. Il 70% del fatturato della Serie A deriva dai diritti tv. Quello che manca all’Italia è una legge sugli stadi e, soprattutto, un potenziamento del merchandising che rappresenta la benzina dei grandi club europei. Poi sono arrivati gli sceicchi e questo ci conduce alla seconda domanda postasi dal giornalista della rosea. Perché gli sceicchi non vengono da noi? La risposta a questa domanda è più semplice di quanto sembri. In una sola parola, il problema si chiama ‘burocrazia’. “Investire da noi comporta il rischio di lunghe attese e la certezza di bilanci in rosso perenne”. A ridurre l’appeal del nostro campionato si aggiunge la mentalità di un calcio legato da secoli ai regali dei mecenati.
Ma se la situazione è così drammatica, allora, quali sono le prospettive future? In attesa di una legge sugli stadi, della quale si parla già da molto tempo, bisognerebbe proseguire sulla strada della sempre maggiore globalizzazione legata alla valorizzazione del brand. Tutto ciò senza però dimenticare di fare una “cura dimagrante agli stipendi”, non innamorarsi di “bandiere senz’anima” e valorizzare i talenti.
Esempi in Italia ce ne sono però, secondo Laudisa, e tra questi non manca l’Inter che negli ultimi anni ha valorizzato talenti come quelli di Maicon e Sneijder. Sull’ultimo mercato non ancora conclusosi, a detta del giornalista, il mercato in entrata dei nerazzurri dipenderà dalle uscite. Se il club di Corso Vittorio Emanuele vuole voltare pagina con una squadra sempre più giovane e competitiva dovrà sacrificare necessariamente uno tra Sneijder e Eto’o. Ma per vedere questo film (ammesso che gli interisti vogliano vederlo, ndr) dobbiamo attendere la fine di Agosto.
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