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Lautaro Martinez e Nicolò Barella formato Barcellona: così la rimonta dell'Inter diventa possibile. Non ha dubbi La Gazzetta dello Sport, che si sofferma sul momento dei nerazzurri di Simone Inzaghi dopo la Salernitana, riavvolgendo il nastro anche al doppio impegno col Barcellona: "Una cosa chiedeva l’Inter, a questa domenica di metà ottobre: surfare sull’onda lunga di Barcellona, e non solo per la temperatura balneare di San Siro. Eccola qui, la continuità. Nell’atteggiamento. Nell’approccio. Nella continuità. Nel sacrificio. Ma poi, pure nei marcatori. Lautaro e Barella avevano letteralmente ribaltato Xavi mercoledì scorso e un’ottantina di ore dopo hanno fatto lo stesso con la Salernitana. Testa e gambe che, ora sì, vanno nella stessa direzione. E ai simboli bisogna dar retta, i segnali vanno sempre rispettati.
Ha raggiunto un traguardo importante ieri Lautaro, che ha agganciato Diego Milito, il grande eroe del Triplete nerazzurro. "È un segnale forte, appunto, il fatto che l’Inter abbia ritrovato lungo la strada due protagonisti così. Tutte le squadre si fondano su alcuni pilastri. Barella e Lautaro lo sono, dentro l’Inter. Lo sono stati nello scudetto di due stagioni fa. Lo sono stati pure nel torneo scorso, quando l’Inter fino a febbraio dominava e si divertiva, si divertiva e dominava. La spina è stata definitivamente riattaccata. La corrente passa, viaggia che è una bellezza. Viaggia nel motore di Lautaro, che continua a essere fedele a quel che la sua storia racconta. È abituato a giocare sull’altalena, alti e bassi fanno parte del suo modo di essere calciatore. Barcellona valeva l’argine rotto, la rete con la Salernitana era chiamata come il panettone al Natale. E lui, puntuale è stato. A proposito di simboli: ieri il Toro ha segnato il gol numero 62, agganciando Diego Milito al 13° posto dei marcatori nerazzurri di sempre in Serie A.
Ora le gambe dell’Inter girano meglio, la condizione atletica è in crescendo. E magari anche qualche nervosismo viene meno. Barella è tornato Nicolò, non un cognome dei tanti. È tornato riconoscibile, al netto del secondo gol consecutivo che pure è un gioiello di tecnica e rapidità d’esecuzione. Nicolò ha poi festeggiato mimando l’unicorno, messaggio con destinazione famiglia, nello specifico le tre figlie Rebecca, Lavinia e Matilde che ieri erano allo stadio. Ma qui chi festeggia è Inzaghi, che ha riabbracciato il centrocampista totale di un anno fa. Mai, in questa stagione, Barella aveva toccato questi picchi di rendimento. Il database dice tre gol, record eguagliato nella sua storia nerazzurra in campionato, ma dopo sole 10 giornate: c’è spazio per fare meglio, anche qui, ma non solo qui. Va veloce, Nicolò. Forse non è un caso che abbia invitato a raggiungerlo ad Appiano pure Charles Leclerc. Non lo è di sicuro, piuttosto, che il momento più complicato delle ultime tre stagioni dell’Inter sia coinciso con quello più complicato di sempre di Barella. Nicolò ha conosciuto la panchina un giorno di settembre e rivisto il sole a ottobre.
Rimontare si può, se lui e Lautaro ora mantengono questo standard di rendimento. Non si torna indietro, la promessa è quella: appuntamento a Firenze, di riposo questi due non hanno bisogno", si legge.
(Fonte: La Gazzetta dello Sport)
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