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Barcellona e Juve, Lautaro non fa sconti a nessuno. Il Toro si sta caricando l’Inter di Conte sulle spalle

L'attaccante dell'Inter ha siglato due gol in queste due grandi sfide e ha dimostrato di essere un giocatore importante

Andrea Della Sala

Due risultati negativi contro Barcellona e Juve, ma l'Inter può vedere il bicchiere mezzo pieno visto che la crescita continua e la direzione sembra quella giusta. Non solo, in queste due partite è emersa tutta la personalità e il carattere di un giocatore: Lautaro Martinez.

"Segnare a Barcellona e Juventus in cinque giorni ma non poter essere felici. Non siamo nella testa di Lautaro Martinez, però è facile ipotizzare che cosa prova il Toro dopo la doppietta vip tra Camp Nou e derby d’Italia. Due gol importanti, due partite giocate da protagonista assoluto, ma anche due sconfitte che riportano l’Inter sulla terra e tolgono la copertina al numero 10, regalando la festa agli amici Dybala-Higuain, i volti felici dell’Argentina che vince al Meazza. Lautaro lascia lo stadio a testa bassissima, ma può comunque provare a sorridere. Perché un anno fa di questi tempi era l’uomo buono solo per le partite da turnover e in Champions faticava a trovare spazio, mentre adesso è l’uomo che si sta prendendo la nuova Inter sulle spalle. Anche ieri, dopo la notte catalana in cui ha segnato un gol da paura ed è stato difficile levargli il pallone dai piedi, Lautaro ha giocato da Toro vero. Coprendo anche la scarsa vena di Lukaku, tornato titolare dopo l’acciacco muscolare pre-Barcellona e mai in versione pericolo per la Juve", spiega La Gazzetta dello Sport.

"A San Siro Lautaro non segnava dal derby di ritorno dello scorso campionato. Era metà marzo e l’argentino realizzò il rigore diventato decisivo per il 3-2 in casa del Milan. Stavolta un altro tiro dal dischetto, per spegnere l’ardore juventino acceso immediatamente da Dybala. Poi, la festa del 10 nerazzurro con le mani alle orecchie per sentire l’urlo di San Siro, le corna del toro, l’inchino al suo pubblico. In più un’altra occasionissima in corsa annullata da uno strepitoso volo di Szczesny, tanti chilometri e tanti palloni giocati. Infine il cambio al 78’, due minuti prima della zampata di Higuain", aggiunge il quotidiano.

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