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Delirio Lautaro, dal Mondiale alla finale di Champions. Non solo il gol, tanta corsa e sudore

L'attaccante dell'Inter è in continua crescita, carattere e garra, ma non solo. Corsa a tutto campo e gol, ma quelli che contano

Ancora una volta Lautaro Martinez. Il Toro prosegue la sua stagione da incorniciare iniziata col Mondiale vinto, proseguita con Supercoppa e con un finale tutto da scrivere. L'attaccante dell'Inter è in continua crescita, carattere e garra, ma non solo. Corsa a tutto campo e gol, ma quelli che contano.

"Lautaro Martinez ha scavalcato i cartelloni con un salto olimpico e si è arrampicato sotto la Nord con la vena che gli usciva dal collo. Eccolo lo stesso Toro imbizzarrito che correva senza freni in Qatar con la Coppa del Mondo in mano, eccolo il capitano di un popolo in cammino verso Istanbul. Dall’Argentina all’Inter, l’attaccante non dimenticherà per la vita questa magica annata 2022-23 e la notte in cui infilzò ancora una volta il Diavolo, spegnando ogni idea di rimonta. È l’ottavo centro contro i cugini, gli mancava giusto la Champions dopo aver colpito in ogni competizione. Adesso spera che col club finisca come con la nazionale, nella gloria e nel delirio, il numero 10 deve conservare questo eccezionale stato di forma fino alla resa dei conti di Istanbul, il 10 giugno", sottolinea La Gazzetta dello Sport.

"Alla fine, quando Dimarco ha strappato il microfono allo speaker e intonato tutti i classici della Nord e cantato i nomi dei compagni, il Toro prima furibondo ha addolcito la sua espressione. È sembrato quasi commosso, forse perché ha capito di aver liberato questa gente da un incubo lungo 20 anni. Anche grazie a lui, adesso, la semifinale del 2003 fa meno male. Nella serata nerazzurra più importante da 13 anni a questa parte, Martinez ha davvero onorato la fascia che fu di Facchetti, Bergomi e Zanetti e non solo per il gol di rabbia e liberazione.

Ha contato di più la leadership che ha sparso nel campo, ogni grammo di sudore e ogni singola corsa ad aiutare il compagno. E siccome il destino segue sempre percorsi nascosti, era giusto che il pallone da scaraventare in rete arrivasse all’argentino dal suo gemello belga. Anche se difficilmente dividono il campo, Lautaro e Lukaku parlano ancora la stessa dolce lingua di un tempo".

"Stavolta, dopo un’andata eccezionale, Dzeko è stato meno leggiadro e creativo. Così, quando è uscito, la Lu-La si è potuta riconnettere, in tempo per infiocchettare una rete che da queste parti ricorderanno per decenni. Ora a Inzaghi il compito di decidere la coppia migliore per la finale, ma di certo uno dei due sarà questo magnifico Lautaro, ieri sera esploso definitivamente sul palcoscenico più importante. In Francia-Argentina partì dalla panchina prima di risultare decisivo tra supplementari e rigori, a Istanbul il peso della storia sarà sulle sue spalle dall’inizio. È a 99 reti nerazzurre in totale e ha molte occasioni davanti per aggrapparsi alla tripla cifra, ma niente darebbe gioia quanto riuscirci laggiù, nella magia di Istanbul", aggiunge Gazzetta.