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Un gol da 70 milioni. Lautaro Martinez ha siglato la rete che porta l'Inter agli ottavi di finale di Champions League con due turni di anticipo, ma non solo. Come sottolinea anche oggi il Corriere dello Sport, i nerazzurri "hanno compiuto l’ultimo e definitivo passo verso il Mondiale per club, nuova formula a 32 squadre, varata e annunciata da Infantino undici mesi fa in Qatar. Appuntamento tra giugno e luglio del 2025 negli Usa. I vice campioni d’Europa sono già dentro. Marotta, nella pancia della Red Bull Arena, gongolava: la Fifa non ha ancora ufficializzato la ripartizione dei ricavi, l’ordine di grandezza è stabilito e conosciuto, 50 o 60 milioni come quota garantita per la sola partecipazione.
Un sorriso in attesa delle prossime mosse di Zhang con il fondo Oaktree. Soldi in cassa tra quasi due anni, ma il futuro credito consentirà una previsione di bilancio con un respiro diverso già nell’estate 2024. Contando il bonus partita (2,8 milioni) elargito dall’Uefa per il colpo a Salisburgo e il premio legato all’ingresso agli ottavi (altri 9,6), si può dare un peso specifico al gol di Lautaro che non sia limitato al turnover e alla sua crescita esponenziale. Valeva tantissimo e per troppe ragioni quel rigore, non solo a gestire la tripletta di trasferte post-sosta (Juve, Benfica, Napoli) concentrandosi sulla corsa scudetto e dando un’importanza relativa alla partita di Lisbona del 29 novembre.
L’eroe dei due mondi, tornando ai numeri, ha staccato Crespo, suo predecessore ad Appiano Gentile e leggenda argentina. È diventato il miglior marcatore nerazzurro in Champions considerando le partite in trasferta: 9 gol contro gli 8 di Hernan. Lautaro, con il suo ingresso, ha trasmesso un’altra incisività all’attacco dell’Inter e ha rivitalizzato lo stesso Thuram, scatenato al suo fianco. L’architettura dell’Inter favorisce l’armonia dello spogliatoio: due giocatori per ogni ruolo del 3-5-2, tutti conoscono spazi, compiti e concorrenza individuale. Non si può entrare in conflitto. Gestione facilitata. Inzaghi non ha faticato a lasciare Lautaro in panchina: il riposo a volte aiuta.
Ora il Toro, 12 gol nelle prime undici giornate di Serie A, dovrà schienare il Frosinone a San Siro. Poi raggiungerà l’Argentina, ma è apparso quasi seccato dallo stop in campionato. Già, perché il ct Scaloni lo aspetta e il pensiero di Lautaro è volato al big-match con la Juve, domenica 26 novembre, quando ripartirà la Serie A. Calendario pazzesco. L’attaccante dell’Inter è atteso da due classiche in Sudamerica e dal derby d’Italia. Roba da brividi. Lunedì volerà a Buenos Aires. Venerdì 17, per il girone sudamericano di qualificazione al Mondiale 2026, c’è l’Uruguay: l’Argentina ha scelto la Bombonera per la corrida con la Celeste di Bielsa. Cinque giorni dopo, al Maracanà di Rio, l’appuntamento con il Brasile. Si giocherà nella notte italiana di mercoledì 22. Lautaro rientrerà in Italia (come Sanchez, impegnato con il Cile) tra giovedì e venerdì: avrà 48 ore di tempo o forse meno per smaltire il fuso, ricaricarsi dal punto di vista mentale e prepararsi alla Juve. Gli basta poco, anche solo mezz’ora, per lasciare il segno", si legge.
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