Le parole del tecnico che ha allenato da ragazzino l'attaccante e capitano dell'Inter che ha rinnovato il suo contratto con i nerazzurri
A otto anni, quando è arrivato a Liniers, il suo allenatore era Guillermo Puliafito. Il primo tecnico di Lautaro Martinez, in queste ore, in Argentina, ha parlato del calciatore che ha appena vinto la Copa America con la Nazionale argentina dopo aver conquistato scudetto e seconda stella con l'Inter. Del giocatore e della sua esperienza nerazzurra il tecnico che lo ha allenato da ragazzino ha detto: «Se credo continuerà al club nerazzurro? Visto che gli vogliono molto bene lo spero. Lo adorano, all'Inter è il cannoniere e il capitano. Un suo trasferimento porterebbe nelle casse del Lieners dei soldi che hanno già fatto la differenza quando dal Racing è passato in Italia. Penso di più a lui però, al suo stare bene, al suo benessere e se firma per un'altra squadra non so davvero quale potrebbe essere. Ma se ci penso mi vengono in mente, Real, Barcellona o qualche club in Premier League ma non saprei».
Mentre il presidente dell'Inter Marotta ha confermato che la firma col calciatore argentino è già arrivata e l'annuncio ufficiale arriverà al suo rientro in Italia dopo le meritate vacanze, il suo primo allenatore ha raccontato qualcosa sull'attaccante nerazzurro. «Perché non lo portarono a Villa Mitre? Perché al papà piaceva il nostro modo di allenare e allora Villa Mitre non aveva le stesse strutture di oggi. La prima volta che l'ho visto allenarsi ha giocato bene ma c'erano anche altri ragazzi. All'inizio si è distinto nella sua categoria, poi diventò il migliore dei 1997 e ha sempre dimostrato di avere qualcosa di diverso, anche se nessuno credeva che sarebbe arrivato dove è arrivato. Ho sentito tanti elogi su di lui ma mai dicevano che era eccezionale. Il salto di qualità è arrivato a 15 anni quando diventa campione nelle tre maggiori divisioni e lì abbiamo iniziato a guardarlo con occh9i diversi. Già a 15 anni era concentratissimo sui suoi desideri, si allenava sempre in doppia seduta e se anche nessuno gli diceva di farlo si allenava in palestra da solo. Mangiava bene, riposava bene perché voleva giocare in prima squadra. Il suo primo agente poi lo portò al Boca e al San Lorenzo ma lui non rimase lì. Lo ha visto poi Raedelli, reclutatore del Racing. Quando ha visto come stoppava la palla ha subito detto che lo avrebbe preso al Racing. Stava per fare un grande cambiamento e non sapevamo se si sarebbe adattato ad alti livelli. In un torneo estivo a Mar del Plata divenne capocannoniere e lì divento il Toro, lo iniziarono a chiamare così i suoi compagni».